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3 Ottobre 1987-Prima vittima Il sovrintendente di polizia Antonio Mosca

Il sovrintendente di polizia Antonio Mosca è stato una figura chiave nella lotta contro la criminalità organizzata in Italia, in particolare contro la Banda della Uno Bianca. Nato il 20 marzo 1948 a Castellammare di Stabia, Mosca ha servito con dedizione nella Polizia di Stato, operando presso il Commissariato di Rimini.

L'agguato del 3 ottobre 1987

Il 3 ottobre 1987, Mosca fu coinvolto in un'operazione contro un gruppo di estorsori che minacciavano un commerciante di Rimini. La polizia aveva organizzato un'azione per intercettare i criminali lungo l'autostrada A14, nei pressi del casello di Cesena. Tuttavia, l'operazione si trasformò in un violento scontro a fuoco: i membri della Banda della Uno Bianca, appostati su un cavalcavia e nel fossato adiacente, aprirono il fuoco con fucili a pompa, colpendo Mosca e altri agenti.Mosca fu raggiunto da cinque pallettoni al torace e uno alla testa, riportando ferite gravissime. Nonostante i soccorsi immediati, il sovrintendente iniziò un lungo calvario ospedaliero, durante il quale gli vennero asportati due lobi del polmone destro.

La morte e l'eredità

Dopo quasi due anni di sofferenze, Mosca morì il 29 luglio 1989 a Cesena, a causa delle complicazioni derivanti dalle ferite subite. La sua morte rappresentò un momento cruciale nella lotta contro la Banda della Uno Bianca, che continuò a seminare il terrore fino al 1994, quando i suoi membri furono arrestati.Mosca è ricordato come un eroe della Polizia di Stato, un uomo che ha sacrificato la propria vita per la sicurezza della comunità. Il suo nome è presente nell'elenco dei caduti della Polizia di Stato, e il suo operato continua a essere un simbolo di dedizione e coraggio.

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