La prima rapina documentata della Banda della Uno Bianca avvenne il 19 giugno 1987 al casello autostradale di Pesaro, lungo l’A14. Questo episodio segnò l’inizio di una lunga serie di colpi ai caselli autostradali, caratterizzati da una violenza sproporzionata rispetto ai bottini ottenuti.
I membri della banda, tra cui i fratelli Savi, utilizzarono una Fiat Regata grigia con targa falsa per avvicinarsi al casello. L’azione fu rapida e ben organizzata: i rapinatori entrarono nel casello in retromarcia a folle velocità, intimidirono il personale con armi da fuoco e sottrassero 1.300.000 lire. Dopo il colpo, fuggirono in autostrada senza lasciare vittime.
Questa rapina rappresentò il primo passo verso una serie di colpi simili, che proseguirono nei mesi successivi con dodici rapine ai caselli autostradali lungo l’A14. La banda affinò il proprio modus operandi, utilizzando auto rubate o con targhe contraffatte, e agendo con una precisione quasi militare.
Le forze dell’ordine iniziarono a notare un pattern nelle rapine, ma la banda riuscì a sfuggire alla cattura per anni. Solo nel 1994, grazie a un’indagine approfondita, i membri furono arrestati e condannati per una lunga serie di crimini, tra cui omicidi e rapine.