15:13-15/07/25 Nella mattinata di oggi 15 luglio 2025, è stata effettuata una nuova perquisizione nell’abitazione del marito Sebastiano Visintin, unico indagato per omicidio.
Gli investigatori si sono concentrati su elementi già emersi in precedenza, ma con nuovi approfondimenti tecnici:
📌 L’inchiesta resta aperta e punta a chiarire se si tratti di omicidio o suicidio. I risultati delle analisi tecniche potrebbero arrivare nei prossimi mesi.
15:30-30/06/25
Dossier giuridico sul caso di Liliana Resinovich, aggiornato agli ultimi sviluppi, con particolare attenzione agli aspetti processuali, forensi e investigativi.
Il procedimento penale sulla morte di Liliana Resinovich è stato avviato come fascicolo per omicidio volontario a carico di ignoti, dopo che l’ipotesi iniziale di suicidio è stata messa in discussione da elementi emersi nel corso delle indagini e da una superperizia medico-legale. Attualmente, l’unico indagato formale è il marito, Sebastiano Visintin, iscritto nel registro per omicidio volontario.
Il caso Resinovich si configura come un procedimento ad alta complessità forense e relazionale, in cui la ricostruzione della dinamica del decesso è strettamente legata all’interpretazione di elementi medico-legali e testimonianze indirette. La Procura ha scelto di procedere con cautela, cristallizzando le prove in vista di un possibile rinvio a giudizio.
L’incidente probatorio che ha visto protagonista Claudio Sterpin si è svolto il 23 giugno 2025 presso il Tribunale di Trieste. È stato richiesto dalla PM Ilaria Iozzi e autorizzato dalla GIP Flavia Mangiante, con l’obiettivo di cristallizzare la testimonianza dell’86enne, amico intimo di Liliana Resinovich, in vista di un eventuale processo.Durante oltre cinque ore di udienza a porte chiuse, Sterpin ha ribadito la sua versione dei fatti, già fornita in precedenza:
La procuratrice capo Patrizia Castaldini ha definito la deposizione “lineare e coerente”, sottolineando che Sterpin ha risposto a tutte le domande del PM, della difesa e della parte civile.Questo incidente probatorio rappresenta un passaggio cruciale per consolidare elementi testimoniali ritenuti rilevanti, in un’indagine che si muove tra elementi forensi, relazioni personali e dinamiche familiari complesse.
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Liliana Resinovich, con particolare attenzione alla figura del cosiddetto “terzo uomo” emerso durante l’incidente probatorio del 23 giugno 2025:
Durante la sua lunga deposizione davanti ai magistrati, Claudio Sterpin, 86 anni, amico intimo e confidente di Liliana, ha confermato l’esistenza di una vecchia relazione sentimentale tra la donna e un farmacista. Secondo quanto dichiarato, si trattava di un legame risalente a oltre vent’anni fa, ben precedente alla loro relazione e al matrimonio con Sebastiano Visintin, attuale indagato per omicidio.Sterpin ha precisato che:
L’ipotesi del “terzo uomo” è emersa su domanda diretta dei magistrati, che stanno cercando di ricostruire il contesto affettivo e relazionale di Liliana nei mesi precedenti alla scomparsa. Tuttavia:
Liliana Resinovich è scomparsa il 14 dicembre 2021 e il suo corpo è stato ritrovato il 5 gennaio 2022 nel parco dell’ex ospedale psichiatrico di San Giovanni, a Trieste. Il marito, Sebastiano Visintin, è l’unico indagato per omicidio. Sterpin ha più volte dichiarato che Liliana stava valutando di lasciare il marito per trasferirsi da lui, e che Visintin avrebbe potuto avere un movente economico e affettivo per impedirlo.
L’emersione del “terzo uomo” non sembra, al momento, modificare l’impianto investigativo principale, ma rappresenta un ulteriore tassello nella mappa relazionale di Liliana. La sua menzione durante l’incidente probatorio dimostra la volontà degli inquirenti di non trascurare alcuna pista, anche quelle apparentemente secondarie.
Questa frase è stata pronunciata da Claudio Sterpin, l’amico speciale di Liliana Resinovich, poco prima dell’udienza di incidente probatorio del 23 giugno 2025. Con queste parole, Sterpin ha lanciato un’accusa diretta e durissima contro Sebastiano Visintin, marito di Liliana e indagato per il suo omicidio.
“L’hanno cercata tutti, tranne uno. Visintin se n’è fregato, perché sapeva che non sarebbe tornata”.
Sterpin ha ribadito che, secondo lui, Visintin sapeva già della morte della moglie al momento della scomparsa, avvenuta il 14 dicembre 2021. Ha anche aggiunto: “Sa tutto quello che è successo. Lo ripeterò anche in punto di morte”.Queste dichiarazioni sono arrivate in un momento cruciale dell’inchiesta, dopo che una nuova perizia medico-legale ha escluso l’ipotesi del suicidio, riaprendo con forza la pista dell’omicidio.
Lo scontro tra Claudio Sterpin e Sebastiano Visintin davanti al Tribunale di Trieste, il 23 giugno 2025, è stato breve ma carico di tensione emotiva e simbolica. Si è trattato di un momento emblematico nel lungo e controverso caso della morte di Liliana Resinovich, che ha riacceso l’attenzione mediatica e pubblica sul ruolo dei due uomini nella vita della donna.
Secondo le ricostruzioni giornalistiche, Visintin — marito di Liliana e indagato per il suo omicidio — è arrivato in bicicletta davanti al tribunale e ha incrociato Sterpin, l’“amico speciale” della moglie. A quel punto, gli ha urlato:
“Rispetto per Liliana. Non ‘con le mani si può fare quello che vuoi’. Rispetto per Liliana, questo chiedo io, basta”.Sterpin, visibilmente colpito, ha replicato con fermezza:
“Lui non sa cosa vuol dire amore”, sottolineando che tra lui e Liliana c’era un legame profondo e che avevano progettato un futuro insieme.
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Dopo il primo scontro verbale, i due si sono ritrovati nei corridoi della sezione Gip del tribunale. Sterpin era già in attesa, mentre Visintin è arrivato accompagnato dai suoi avvocati. I due si sono seduti a pochi metri di distanza, senza rivolgersi la parola, in un silenzio carico di tensione.
Ai giornalisti, Sterpin ha ribadito la sua posizione:
“Tutti quel giorno l’hanno cercata, tranne uno”, riferendosi al 14 dicembre 2021, giorno della scomparsa di Liliana.
Ha poi aggiunto:
“Visintin sa tutto quello che è successo. L’ho dichiarato più volte e lo dirò anche in punto di morte”.Visintin, invece, ha evitato di rispondere alle domande dei cronisti, mantenendo il silenzio e lasciando parlare solo la sua richiesta di “rispetto”.
Il confronto tra Claudio Sterpin e Sebastiano Visintin davanti al Tribunale di Trieste, il 23 giugno 2025, rappresenta un momento cruciale nel caso della morte di Liliana Resinovich, la 63enne scomparsa nel dicembre 2021 e ritrovata cadavere il 5 gennaio 2022. Ecco un quadro più dettagliato:
L’udienza si è svolta nell’ambito dell’incidente probatorio, richiesto dalla Procura per cristallizzare la testimonianza di Sterpin, considerata chiave per le indagini. Il testimone ha raccontato di aver avuto con Liliana una relazione sentimentale riservata, che si concretizzava ogni martedì, giorno in cui lei lo aiutava nelle faccende domestiche e lo accompagnava al cimitero.Sterpin ha dichiarato che Liliana non si sarebbe mai suicidata, e che i due stavano progettando di andare a vivere insieme.
Poco prima dell’udienza, Visintin — marito di Liliana e indagato per omicidio — ha incrociato Sterpin e gli ha urlato: “Rispetto per Liliana, questo chiedo io e basta”. Sterpin ha replicato: “Lui non sa cosa vuol dire amore”, accusandolo di non aver cercato la moglie il giorno della scomparsa.
Durante l’udienza, è emerso che Visintin avrebbe consegnato a un amico cinque hard disk contenenti foto e video archiviati in una cartella chiamata “Modigliani”. Secondo Sterpin, questi file dimostrerebbero che Visintin spiava la moglie da oltre vent’anni, nonostante abbia sempre negato di conoscere la relazione tra lei e Sterpin.
Sterpin ha affermato: “Tutti quel giorno l’hanno cercata, tranne uno”, riferendosi a Visintin, che secondo lui sapeva già che Liliana non sarebbe tornata. Ha aggiunto: “Visintin sa tutto quello che è successo, l’ho dichiarato più volte e lo dirò anche in punto di morte”.
13:00-21/06/25 La scoperta dei cinque hard disk appartenenti a Sebastiano Visintin, marito di Liliana Resinovich, rappresenta una svolta potenzialmente decisiva nelle indagini sulla morte della donna, scomparsa il 14 dicembre 2021 e ritrovata senza vita il 5 gennaio 2022 nei pressi dell’ex ospedale psichiatrico di San Giovanni a Trieste.
I dispositivi, consegnati da Visintin a un amico di famiglia soprannominato “Pino” pochi giorni dopo la scomparsa di Liliana, contengono circa 90.000 file suddivisi in oltre 400 cartelle. Tra queste spiccano due directory dai nomi evocativi: “Modigliani” e “Bella Vita Cellulare”. Al loro interno sono state trovate foto e video che ritraggono Liliana in compagnia di Claudio Sterpin, l’amico d’infanzia con cui, secondo lo stesso Sterpin, la donna avrebbe voluto iniziare una nuova vita.Le immagini coprono un arco temporale di oltre vent’anni: alcune risalgono al 2003, altre al Capodanno del 2013, quando Sterpin partecipò al tradizionale tuffo in mare a Barcola. In molte di queste foto, secondo quanto emerso, sarebbe stato proprio Visintin a scattare le immagini, contraddicendo la sua versione secondo cui non conosceva Sterpin e non era a conoscenza di una relazione sentimentale tra lui e la moglie.
Secondo la difesa di Visintin, il solo fatto che le immagini fossero presenti nei suoi dispositivi non dimostra che ne fosse consapevole. Il consulente informatico della difesa, il professor Michele Vitiello, ha sottolineato che è necessario stabilire se Visintin abbia effettivamente visionato quei file e se fossero contenuti in dispositivi a suo uso esclusivo.
Il ritrovamento degli hard disk ha riacceso l’attenzione sul possibile movente passionale e ha rafforzato i sospetti nei confronti di Visintin, già indagato per omicidio. Il 23 giugno 2025 è previsto un incidente probatorio in cui verrà ascoltato Claudio Sterpin, la cui testimonianza sarà cristallizzata in vista di un eventuale processo.Questa nuova pista investigativa potrebbe riscrivere la narrazione di un caso inizialmente archiviato come suicidio, ma che ora si arricchisce di elementi che puntano verso una morte violenta e premeditata.
16:36-15/06/25 Le indagini sul caso di Liliana Resinovich continuano a rivelare nuovi dettagli, con la Procura di Trieste che ha riaperto il fascicolo per omicidio volontario.
Il caso resta aperto e gli inquirenti stanno esaminando ogni dettaglio per arrivare alla verità.
Silvia Radin, cugina di Liliana Resinovich, ha sollevato diversi dubbi sulla morte della donna, avvenuta a Trieste nel gennaio 2022. Secondo Radin, Liliana viveva in una condizione di soggezione emotiva e aveva paura del marito, Sebastiano Visintin, oggi indagato per la sua morte.
Le autorità stanno continuando a indagare sulla vicenda, con nuove analisi forensi sui telefoni di Liliana per recuperare dati cancellati e chiarire il suo stato d’animo nei giorni precedenti alla scomparsa. Inoltre, si sta valutando l'ipotesi che il corpo sia stato spostato dopo la morte, per facilitarne il ritrovamento.Un caso ancora pieno di interrogativi. Se vuoi ulteriori dettagli, posso cercare altre informazioni per te!
Il caso di Liliana Resinovich continua a evolversi con nuove testimonianze e dettagli che potrebbero influenzare il corso delle indagini. Il marito, Sebastiano Visintin, è stato formalmente accusato di omicidio per soffocamento, ma ha respinto ogni accusa, dichiarando di vivere un dramma da tre anni e mezzo.
La Procura di Trieste sta riesaminando le testimonianze e valutando nuovi accertamenti sui reperti trovati nella casa di Visintin. La GIP Flavia Mangiante dovrà decidere se accogliere la richiesta di incidente probatorio per la testimonianza di Claudio Sterpin, amico di Liliana, che sostiene che la donna volesse lasciare il marito per iniziare una nuova relazione con lui.