Esteso l’incidente probatorio alle impronte digitali
15:54-Pavia, 23 luglio 2025 A 18 anni dall’omicidio di Chiara Poggi, la giudice per le indagini preliminari Daniela Garlaschelli ha disposto l’estensione dell’incidente probatorio anche all’analisi dattiloscopica su reperti mai esaminati in questo modo: l’etichetta dell’Estathé, sacchetti della spazzatura, dei biscotti e dei cereali trovati nella villetta di via Pascoli.
L’incarico è stato affidato al dattiloscopista Domenico Marchigiani, che utilizzerà tecniche di laboratorio per:
Questa nuova fase si affianca agli accertamenti genetici già in corso:
Nonostante le richieste della difesa Poggi, l’impronta 33 trovata sul muro delle scale non è stata ammessa all’incidente probatorio:
19:00-19/07/25 La Procura di Pavia interviene: “Basta congetture e ipotesi infondate”Il 19 luglio 2025, la Procura di Pavia ha diffuso una nota ufficiale per mettere fine alle speculazioni mediatiche e alle interpretazioni non autorizzate sull’andamento delle indagini relative all’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto a Garlasco il 13 agosto 2007.
📌 Il comunicato del procuratore Fabio Napoleone chiarisce:
🔍 Il riferimento implicito è alle recenti notizie su:
📣 La Procura ha già emesso due comunicati precedenti:
Con questa nuova nota, il procuratore Napoleone invita alla responsabilità mediatica e al rispetto del lavoro investigativo, sottolineando che ogni riferimento alla Procura deve essere supportato da comunicazioni ufficiali.
17:30-19/07/25 Garlasco (PV), luglio 2025 oggi, con l’emergere di nuovi elementi genetici e testimonianze, l’inchiesta si riapre: al centro delle indagini c’è Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara, Marco Poggi.
La Procura di Pavia ha avviato un maxi incidente probatorio per analizzare:
Le analisi genetiche e dattiloscopiche potrebbero riscrivere la narrazione giudiziaria del delitto, finora centrata su Stasi.
In una recente intervista televisiva, Sempio ha chiarito due aspetti controversi:
Queste precisazioni mirano a contrastare le ricostruzioni che lo dipingevano come confuso o reticente.
Il procuratore Fabio Napoleone ha diffuso un comunicato per smentire “valutazioni e ricostruzioni non ufficiali” attribuite all’ufficio. La Procura ha ribadito che ogni decisione sarà presa solo al termine delle verifiche.Nel frattempo, il padre di Sempio ha rilasciato un’intervista in cui difende il figlio, ricostruendo la mattina del delitto e sottolineando la passione di Andrea per i libri e la sua routine familiare.
I carabinieri hanno effettuato perquisizioni nelle abitazioni di Sempio e dei suoi genitori, sequestrando supporti informatici e telefoni. Parallelamente, è stato svuotato un canale a Tromello, dove si ipotizza possa essere stata gettata l’arma del delitto — forse un attizzatoio.
Il delitto di Garlasco resta uno dei più complessi e controversi della cronaca italiana. Le nuove indagini non solo riaprono ferite mai rimarginate, ma pongono interrogativi profondi sulla tenuta del sistema giudiziario, sulla gestione delle prove e sulla ricerca della verità.Se vuoi, posso aiutarti a trasformare questo articolo in una versione per rivista, un podcast narrativo o un servizio televisivo. Vuoi aggiungere una sezione con timeline del caso o profili dei protagonisti?
13:33-16/07/25 Nel contesto della riapertura delle indagini sull’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007 a Garlasco (PV), emergono con forza le testimonianze dei soccorritori del 118 e degli addetti alle pompe funebri, che confermano di aver operato con estrema cautela per evitare qualsiasi inquinamento genetico sulla scena del crimine.
Queste testimonianze sono cruciali alla luce della scoperta di un profilo genetico maschile ignoto (il cosiddetto Ignoto 3) nel cavo orale della vittima. La difesa e i consulenti della famiglia Poggi sostengono che si tratti di contaminazione accidentale, mentre la Procura ipotizza la presenza di più aggressori sulla scena del crimine.
📍 I verbali dei soccorritori rafforzano l’ipotesi che la scena del crimine sia stata gestita con rigore. Tuttavia, il mistero del DNA ignoto resta aperto e potrebbe riscrivere la verità giudiziaria del delitto di Garlasco.
15:34-15/07/25 Nel caso del delitto di Garlasco, l’avvocato Massimo Lovati, difensore di Andrea Sempio, ha espresso forti dubbi sull’ipotesi che il DNA maschile ignoto trovato nella bocca di Chiara Poggi possa indicare la presenza di un altro assassino. Secondo Lovati, si tratterebbe di una contaminazione accidentale avvenuta prima del prelievo autoptico, e non di una traccia lasciata sulla scena del crimine.
📌 La Procura di Pavia continua a valutare se estendere i tamponi a tutti i presenti in sala autoptica nel 2007, per chiarire definitivamente l’origine della traccia genetica.
14:34-12/07/25 Nuovi sviluppi nel caso dell’omicidio di Chiara Poggi non è andato tanto bene, vediamo cosa è stato scoperto e stanno riaccendendo il dibattito giudiziario e mediatico. Durante un incidente probatorio, è emersa la presenza di due profili di DNA maschile sul tampone orale prelevato dal corpo della vittima 18 anni fa.
Questa scoperta, se confermata, potrebbe riaprire scenari investigativi rimasti in ombra per quasi due decenni.
13:34-07/07/25 Il caso del delitto di Garlasco torna sotto i riflettori per via dell’impronta 33, una traccia palmare rinvenuta sulle scale della villetta dove fu uccisa Chiara Poggi. La Procura di Pavia l’ha attribuita ad Andrea Sempio, ma sia i suoi consulenti che quelli della famiglia Poggi contestano l’identificazione.
Questo scontro tecnico e giudiziario potrebbe rivelarsi decisivo per il futuro dell’indagine.
17:30-06/07/25 GARLASCO (PV) A 18 anni dall’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007, una nuova testimonianza potrebbe riaprire il dibattito sull’orario della morte della giovane. A parlare è Alessia Villani, amica delle gemelle Stefania e Paola Cappa, cugine della vittima, che ha rivelato di aver ricevuto una confidenza da Stefania proprio il giorno del delitto.
Durante un’intervista al programma Quarta Repubblica, Villani ha raccontato che Stefania Cappa le disse di aver visto Chiara alle ore 11, un dettaglio che contrasta con l’orario ufficiale dell’omicidio, collocato tra le 9:12 e le 9:36.
“Mi disse che l’aveva vista alle undici. Era tranquilla, nulla lasciava presagire quello che sarebbe accaduto di lì a poco” – ha dichiarato Villani.
La testimone ha spiegato di non aver dato peso alla frase all’epoca, ma oggi, alla luce delle ricostruzioni ufficiali, quel riferimento temporale assume un significato potenzialmente cruciale.
Villani ha anche affermato di non essere mai stata contattata dagli inquirenti in questi 18 anni. La sua testimonianza, rimasta finora inedita, potrebbe avere implicazioni significative sulla ricostruzione degli ultimi movimenti di Chiara e sull’identificazione del momento esatto del delitto.
La notizia ha suscitato nuovo interesse mediatico e rilanciato il dibattito su uno dei casi più controversi della cronaca italiana. Gli esperti sottolineano come la memoria e le percezioni nei momenti di forte stress emotivo possano influenzare le testimonianze, ma anche come ogni dettaglio possa contribuire a fare luce su verità ancora parziali.
12:30 - 01/07/25
A 18 anni dall’omicidio di Chiara Poggi, il caso Garlasco torna al centro dell’attenzione mediatica e giudiziaria. L’avvocato Antonio De Rensis, legale di Alberto Stasi, ha rilasciato dichiarazioni forti durante la trasmissione Filorosso su Rai 3, puntando il dito contro presunti errori commessi nelle prime fasi dell’indagine.
Secondo De Rensis, la scena del crimine sarebbe stata irrimediabilmente compromessa:
“Qualcuno ha permesso che il corpo, già fotografato dai carabinieri, venisse voltato e riverso in una pozza di sangue. Chi ha permesso questo dovrebbe andare davanti a una telecamera e dire: è stato commesso un errore”.
Il legale sostiene che tale manomissione abbia alterato prove decisive, rendendo più difficile ricostruire con precisione la dinamica dell’omicidio.
De Rensis ha ribadito che le quattro impronte sul pigiamino di Chiara rappresentano una “firma inequivocabile dell’assassino”, ignorata per anni. Secondo lui, se fossero state analizzate correttamente, il caso si sarebbe potuto risolvere “in poche ore”.
L’avvocato ha definito l’inchiesta della Procura di Vigevano “piena di errori e lacune”, sottolineando come sia stato l’unico caso nella storia giudiziaria italiana in cui “la firma dell’assassino era visibile e non è stata riconosciuta”.Ha inoltre affermato che sulla scena del crimine erano presenti più persone, con ruoli diversi, e che la Procura avrebbe potuto continuare a indagare a carico di ignoti.
La riapertura del caso ha portato a un nuovo incidente probatorio, con l’analisi di reperti conservati per quasi due decenni. Tra questi, un capello di tre centimetri trovato tra i rifiuti e nuove tracce di DNA che potrebbero riaprire scenari investigativi finora trascurati.
Alberto Stasi è stato condannato in via definitiva a 16 anni di carcere per l’omicidio della fidanzata, ma la difesa continua a sostenere la sua innocenza. De Rensis ha dichiarato:
“Non esistono uomini intoccabili in democrazia. È giusto rimettere in discussione le sentenze, se emergono nuovi elementi”.
Il caso Garlasco è diventato un simbolo delle fragilità del sistema investigativo italiano, tra errori procedurali, prove trascurate e pressioni mediatiche. Le parole di De Rensis riaccendono il dibattito su verità giudiziaria vs. verità storica, e sulla necessità di garantire giustizia non solo per la vittima, ma anche per chi è stato condannato.
13:55-24/06/25 Nel contesto della riapertura delle indagini sul delitto di Garlasco, la difesa di Alberto Stasi condannato in via definitiva a 16 anni per l’omicidio di Chiara Poggi, ha formalmente richiesto ai periti nominati dal gip di non procedere alla distruzione dei tamponi utilizzati per l’analisi della cosiddetta “traccia 10”, un’impronta rilevata nel 2007 sulla parte interna della porta d’ingresso della villetta di via Pascoli.
Il consulente della difesa, genetista Ugo Ricci, ha sollecitato l’impiego del test Obti, un metodo più sensibile per la rilevazione di sostanza ematica umana, direttamente sul foglio di acetato che conserva i frammenti 10 e 11.
Secondo la difesa, i precedenti accertamenti risultati negativi sarebbero stati condotti su un secondo tampone, prelevato in modo meno accurato dalla medesima superficie.
La richiesta si inserisce nell’ambito dell’incidente probatorio in corso, con udienza fissata per il 4 luglio, e mira a ottenere una verifica più approfondita su un reperto che, se contenesse materiale biologico riconducibile a soggetti diversi da Stasi, potrebbe riaprire scenari investigativi alternativi. In particolare, l’attenzione si concentra su Andrea Sempio, amico del fratello della vittima, attualmente indagato per omicidio in concorso.
Parallelamente, è stato rinvenuto un capello con bulbo all’interno di un sacco della spazzatura conservato per 18 anni: il reperto sarà sottoposto ad analisi genetica per l’estrazione di un profilo di DNA nucleare. La difesa ha inoltre chiesto l’acquisizione di tutti i file relativi alle quantificazioni e tipizzazioni genetiche effettuate finora.
Queste istanze, se accolte, potrebbero incidere in modo significativo sull’impianto probatorio e sulla ricostruzione dei fatti relativi a uno dei casi più controversi della cronaca giudiziaria italiana.
16:25-23/06/25 Durante l’incidente probatorio legato al caso Garlasco, un blackout improvviso ha interrotto le analisi in corso presso la Questura di Milano, dove i periti stavano esaminando 34 adesivi dattiloscopici con impronte prelevate dalla villetta di via Pascoli, scena del delitto di Chiara Poggi.
Il blackout si è verificato mentre mancavano ancora quattro adesivi da analizzare. I periti la genetista Denise Albani e il dattiloscopista Domenico Marchigiani hanno deciso di sospendere i lavori per motivi di sicurezza, redigendo il verbale manualmente.
Le analisi riprenderanno il 4 luglio, data fissata per completare:
16:10-21/06/25 Nella puntata di Quarto Grado andata in onda venerdì 20 giugno 2025, l’ex procuratore capo di Pavia Mario Venditti è intervenuto per la prima volta pubblicamente sul caso Garlasco, rompendo il silenzio dopo anni. Venditti è il magistrato che nel 2016 chiese e ottenne per due volte l’archiviazione delle indagini su Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara Poggi, la giovane uccisa nella sua abitazione il 13 agosto 2007.
Durante l’intervista, Venditti ha ribadito con fermezza:
“Andrea Sempio non c’entra nulla con l’omicidio di Chiara Poggi. Sulla scena del crimine c’era una sola persona, e non era lui”.
Ha spiegato che la sua indagine si concentrò esclusivamente sulla denuncia presentata dalla madre di Alberto Stasi, già condannato in via definitiva per l’omicidio. I punti analizzati furono:
Venditti ha sottolineato che nessuno degli elementi raccolti — comprese le intercettazioni — giustificava un’azione penale contro Sempio. Ha anche criticato la riapertura delle indagini basata su “elementi già valutati da tre gradi di giudizio”.
L’intervento arriva in un momento in cui il caso Garlasco è tornato sotto i riflettori, anche per il recente ritrovamento di nuovi reperti (come un capello umano) tra i rifiuti della villetta di via Pascoli. Venditti ha però ribadito che, secondo la sentenza della Cassazione, l’autore dell’omicidio è uno solo: Alberto Stasi.
14:37-20/06/25
Il Santuario della Madonna della Bozzola, a Garlasco, è oggi al centro di una pista investigativa che intreccia fede, scandali e ombre sul delitto di Chiara Poggi, uccisa nel 2007. Il nome del rettore dell’epoca, don Gregorio Vitali, è emerso in un’inchiesta del 2014, quando fu vittima di un ricatto sessuale da parte di due cittadini romeni, che lo minacciarono con video compromettenti girati di nascosto durante presunti incontri a sfondo sessuale.
La Procura di Pavia sta valutando se questi elementi possano costituire un movente alternativo all’omicidio, ipotizzando che Chiara fosse una testimone scomoda. Tuttavia, al momento non ci sono prove concrete che colleghino direttamente il Santuario al delitto, e la pista resta oggetto di approfondimento. La Procura sta valutando se ci siano gli estremi per una revisione del processo.
Il nuovo fronte del caso Garlasco ruota attorno alla spazzatura ritrovata nella villetta di via Pascoli, dove nel 2007 fu uccisa Chiara Poggi. Durante l’incidente probatorio in corso a Milano, la difesa di Andrea Sempio, indagato per concorso nell’omicidio, ha sollevato forti dubbi sulla validità giuridica e scientifica di questi reperti.
L’avvocato Massimo Lovati ha definito “manicomiale” l’idea che si possano conservare rifiuti domestici per 18 anni, sostenendo che non esiste un verbale di sequestro formale per quei materiali. Tra i reperti contestati ci sono due vasetti di Fruttolo, un brick di tè, un piattino, cereali e altri resti di colazione, che secondo l’accusa potrebbero contenere tracce genetiche utili a stabilire se Chiara avesse fatto colazione con qualcuno prima di morire.
L’avvocata di Alberto Stasi, unico condannato in via definitiva, ha invece affermato che il verbale di sequestro esiste ed è stato prodotto agli atti. Secondo lei, l’analisi dei reperti è legittima e potrebbe fornire nuovi elementi utili per chiarire la dinamica del delitto.
Il punto critico è se questi rifiuti siano stati formalmente sequestrati e conservati secondo le norme. Se così non fosse, ogni analisi rischierebbe di essere inammissibile in sede processuale. Il consulente della difesa, Luciano Garofano, ha chiesto di verificare la regolarità del sequestro prima di procedere.
L’incidente probatorio prevede anche l’analisi di impronte digitali, tracce di DNA e materiali precedentemente ritenuti inutilizzabili. L’obiettivo è capire se, oltre a Stasi, ci fosse un altro soggetto coinvolto, forse presente in casa la mattina del delitto.
13:18-18/06/25
Il caso Garlasco si arricchisce di un nuovo elemento critico: la scomparsa dell’intonaco su cui era stata rilevata l’impronta 33, una delle prove più discusse dell’intera vicenda giudiziaria. Questo dettaglio è emerso durante l’incidente probatorio del 17 giugno 2025, quando i periti incaricati hanno constatato che il reperto non era presente tra i materiali custoditi.
L’impronta 33 era stata isolata nel 2007 sulla parete delle scale della villetta di via Pascoli, accanto al corpo di Chiara Poggi. Era stata prelevata grattando l’intonaco con un bisturi sterile e analizzata dal RIS. In passato, i test Obti e Combur avevano dato esiti negativi o dubbi sulla presenza di sangue. Tuttavia, la Procura sperava di riesaminarla con tecnologie più avanzate per cercare tracce di DNA, ora che l’impronta è stata attribuita ad Andrea Sempio, amico del fratello della vittima.
Durante l’apertura dei plichi, è emerso che l’intonaco non è più disponibile. Questo impedisce qualsiasi ulteriore analisi diretta. Le impronte, inoltre, non sono state conservate su fascette para-adesive come previsto, ma su fogli di acetato, che offrono minore protezione e conservazione nel tempo. Alcuni consulenti, come quello della famiglia Poggi, hanno espresso dubbi sulla catena di custodia e sulla temperatura di conservazione dei reperti.
L’assenza dell’intonaco rende impossibile un nuovo esame genetico sull’impronta 33, che avrebbe potuto confermare o smentire il coinvolgimento di Sempio. La difesa di quest’ultimo sostiene che frequentava abitualmente la casa e che l’impronta non ha valore incriminante. Tuttavia, la Procura insiste sull’importanza di quella traccia, che si trovava in una posizione compatibile con la dinamica del delitto.
Questo sviluppo riapre interrogativi sulla gestione dei reperti e sulla possibilità di fare piena luce su un delitto che, a 18 anni di distanza, continua a generare tensioni, dubbi e divisioni. La famiglia Poggi spera in una verità definitiva, mentre le difese chiedono rigore e trasparenza nelle nuove analisi.
Sì, ci sono nuovi sviluppi nel caso di Garlasco! Recentemente, durante nuovi rilievi tecnici nella villetta di Chiara Poggi, è stata individuata una traccia di sangue mai repertata sul primo gradino della scala interna. Gli esperti ipotizzano che possa trattarsi dell’impronta di una scarpa, lasciata quando il sangue era ancora fresco.Questa scoperta potrebbe aprire nuove prospettive sulle dinamiche dell’aggressione e sul numero di persone coinvolte. La Procura di Pavia ha riaperto un filone investigativo, ipotizzando la presenza di più autori del delitto. Gli inquirenti stanno ora cercando di risalire al modello e alla misura della scarpa responsabile della nuova traccia.
11:20-13/06/25 Andrea Sempio, indagato nella riapertura dell’inchiesta sull’omicidio di Chiara Poggi, ha lasciato la sua abitazione e si è trasferito dai genitori. Secondo quanto riportato, la decisione è stata influenzata dalla pressione mediatica e dalle difficoltà personali che sta affrontando.
Il padre di Sempio ha dichiarato che il figlio non vive più nella sua casa "per ‘sta storia che è indagato". Inoltre, sembra che Sempio stia evitando i contatti con gli amici e conducendo una vita più riservata
🔹 Gli esperti del Ris hanno effettuato una mappatura tridimensionale della scena del crimine, utilizzando laser scanner e droni per ricostruire la disposizione delle tracce di sangue e delle impronte.
🔹 Tra i reperti chiave figurano un tappetino insanguinato, un cucchiaio e la cosiddetta “impronta 33”, una traccia papillare trovata sulla parete della scala che porta alla cantina.
🔹 L’impronta, attribuita ad Andrea Sempio, amico del fratello della vittima e oggi indagato per omicidio in concorso, è considerata una prova cruciale.
📌 Gli inquirenti stanno valutando la possibilità che Chiara Poggi abbia cercato di difendersi, ipotesi supportata dalle nuove analisi delle tracce di sangue.
📌 La disposizione delle impronte e delle macchie ematiche suggerisce una dinamica dell’aggressione più complessa, con il possibile coinvolgimento di più soggetti.
📌 Sono stati individuati due profili maschili sotto le unghie della vittima, elemento che potrebbe rafforzare l’ipotesi di una colluttazione con più aggressori.
🔹 La Procura di Pavia ha disposto il prelievo e la comparazione del DNA di numerosi soggetti, tra cui amici della vittima e del fratello, investigatori e soccorritori.
🔹 Il 17 giugno inizierà un incidente probatorio, durante il quale verranno analizzati i reperti mai esaminati in precedenza.
🔹 La difesa di Alberto Stasi, unico condannato per l’omicidio, sta seguendo con attenzione gli sviluppi, poiché le nuove prove potrebbero riaprire il caso.Un’indagine che, a 18 anni dal delitto, continua a sollevare interrogativi e potrebbe portare a nuove svolte giudiziarie.
Questa operazione è stata disposta dalla Procura, che ha notificato l'ispezione alle parti coinvolte. Non si tratta di una ricerca di nuovi reperti biologici, ma di un approfondimento tecnico per verificare la dinamica dell'omicidio.
Il caso dell’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto a Garlasco il 13 agosto 2007, continua a essere al centro di nuove indagini. Recentemente, è emerso un clamoroso sviluppo: la scomparsa della prova regina contro Andrea Sempio, ovvero il DNA trovato sotto le unghie della vittima. Questo elemento, considerato fondamentale per un eventuale confronto genetico, non è più reperibile, mettendo a rischio la nuova inchiesta.
Secondo le ultime ricostruzioni, il materiale genetico che avrebbe potuto confermare o escludere il coinvolgimento di Sempio è sparito. Non è chiaro se sia stato distrutto dopo la condanna definitiva di Alberto Stasi, ma la sua assenza rappresenta un ostacolo significativo per le nuove analisi.Oltre al DNA, sono scomparsi altri reperti, tra cui:
Questi reperti sarebbero stati smaltiti dopo la condanna di Stasi nel 2015, quando nessuno ipotizzava una possibile riapertura del caso.
Senza il campione originale, le nuove analisi si basano su calcoli di probabilità e strumenti statistici avanzati. Gli esperti hanno utilizzato software forensi come Y-Str Mixture Calculation, che ha stimato che il DNA trovato sotto le unghie di Chiara Poggi fosse 476-2153 volte più compatibile con il profilo genetico di Sempio rispetto a un individuo ignoto.Tuttavia, senza il materiale originale, ogni nuova perizia si riduce a una valutazione statistica su dati passati, senza possibilità di verificare eventuali errori, contaminazioni o manipolazioni.
Un altro elemento che potrebbe influenzare l’inchiesta riguarda l’alibi di Andrea Sempio. La madre di Sempio, Daniela Ferrari, ha dichiarato che il figlio era a Gambolò a fare la spesa la mattina del 13 agosto 2007, giorno del delitto. Tuttavia, un ex vigile del fuoco, amico della famiglia Sempio, sostiene che la donna non fosse a Gambolò, ma a Vigevano, dove lui lavorava in caserma.Gli inquirenti stanno riesaminando il traffico telefonico della famiglia Sempio per verificare la veridicità di queste dichiarazioni.
La scomparsa della prova regina rappresenta un ostacolo significativo per la nuova inchiesta. Senza il materiale originale, gli esperti devono affidarsi a modelli statistici e software avanzati per determinare la compatibilità del DNA con Andrea Sempio. Inoltre, l’alibi di Sempio è sotto esame, e potrebbero emergere nuovi dettagli nelle prossime settimane.
Professionisti di spessore e mi rifiuto ad accettare queste risposte, come possibile distruggere reperti che il caso è ancora aperto!
1 Qualcuno in alte sfere protegge qualcun altro di piu potente ancora?
2 Ci sono ''informatori'' detro a questi uffici?
3 Incompetenza di gruppo militare? o scienziati..
13:37-06/06/25 Le indagini sull’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto a Garlasco il 13 agosto 2007, potrebbero subire una svolta significativa grazie alla testimonianza di un ex vigile del fuoco, amico della madre di Andrea Sempio, attualmente indagato. La sua versione dei fatti contraddice l’alibi fornito dalla famiglia Sempio e potrebbe avere un impatto decisivo sulle indagini.
La testimonianza dell’ex vigile del fuoco potrebbe ribaltare l’alibi di Andrea Sempio e aprire nuove piste investigative. Gli inquirenti stanno valutando la possibilità di nuove perizie e di un ulteriore approfondimento sui tabulati telefonici.
Il caso Garlasco continua a far discutere, con la famiglia di Chiara Poggi che chiede un prelievo del DNA a tappeto per evitare che l’indagine si trascini per altri anni. Il genetista forense Marzio Capra, consulente della famiglia, ha proposto di estendere il prelievo del DNA anche ai tecnici che hanno esaminato i reperti nel corso degli anni, per escludere eventuali contaminazioni.
L’incidente probatorio sarà un momento cruciale per il caso, e la famiglia Poggi spera che questa nuova fase possa finalmente portare a risposte definitive.
⚠️Domande dai lettori più in basso
Nuove indagini sul delitto di Garlasco stanno portando alla luce dettagli inediti. Gli inquirenti stanno valutando la riesumazione della salma di Michele Bertani, amico di Andrea Sempio, morto suicida nel 2016. Prima di togliersi la vita, Bertani avrebbe pronunciato la frase inquietante: "La verità non emergerà mai".
Secondo alcune testimonianze, Bertani frequentava il Santuario della Bozzola. Questo luogo di culto era già stato al centro di indagini passate, legate a presunti scandali sessuali e festini a luci rosse. Inoltre, si ipotizza che Chiara Poggi, la vittima dell'omicidio di Garlasco, avesse scoperto qualcosa di compromettente riguardo al santuario, salvando documenti su una pennetta USB poco prima della sua morte.
Gli investigatori stanno analizzando la possibilità che il delitto di Chiara Poggi non sia stato opera di una sola persona, ma di un gruppo. Inoltre, si sta valutando se riesumare il corpo di Bertani per effettuare test del DNA, confrontandoli con i reperti raccolti all'epoca dell'omicidio.Un caso che continua a riservare colpi di scena.
DOMANDE DAI LETTORI DI ILCOSTOUMANO.COM
D: Cosa succede, cosa fanno dentro al Santuario della Bozzola?
R:Il Santuario Madonna della Bozzola, situato a Garlasco, è un luogo di culto mariano con una lunga storia di pellegrinaggi e devozione. Fondato nel XV secolo, il santuario è noto per essere un punto di riferimento spirituale nella Diocesi di Vigevano, offrendo celebrazioni religiose, incontri di preghiera e attività di volontariato.
Il santuario svolge diverse funzioni religiose e sociali:
Negli ultimi giorni, la Diocesi di Vigevano ha ribadito la volontà di salvaguardare le attività spirituali del santuario, in risposta alle speculazioni legate alle indagini sul delitto di Garlasco. Il santuario era già stato coinvolto in un'inchiesta nel 2014, quando l'ex rettore don Gregorio Vitali fu vittima di un ricatto a sfondo sessuale orchestrato da due cittadini romeni.Secondo alcune testimonianze, il santuario sarebbe stato al centro di voci su presunti abusi e festini segreti, ma la Diocesi ha respinto fermamente queste illazioni, sottolineando che il luogo di culto deve essere rispettato per la sua funzione religiosa.
Si, alcuni legali coinvolti nel caso di Chiara Poggi hanno ipotizzato che la giovane possa aver scoperto informazioni compromettenti legate al santuario, e che questo possa aver avuto un ruolo nella sua morte. Tuttavia, non esistono prove concrete che colleghino il santuario direttamente al delitto. Un luogo di culto che continua a essere al centro di speculazioni e indagini ed alcune analogie del caso Orlandi.
D: Potrebbe essere che Chiara percepiva un guadagno extra andando a svolgere faccende, piccoli lavori al santuario della bozza?
R: Non ci sono informazioni certe che confermino che Chiara Poggi percepisse un compenso per attività svolte presso il Santuario della Madonna della Bozzola. Tuttavia, è noto che la giovane aveva effettuato ricerche online sul santuario nei giorni precedenti al suo omicidio e che conservava alcuni documenti su una pen drive, senza un apparente motivo di studio o lavoro.Alcune ipotesi investigative suggeriscono che Chiara potesse aver scoperto qualcosa di compromettente legato al santuario, che negli anni è stato al centro di scandali sessuali e ricatti. Secondo alcune testimonianze, la ragazza avrebbe avuto intenzione di parlare, e questo potrebbe aver avuto un ruolo nella sua morte.
D: Orlandi 2, SE RIFLETTIAMO VI SONO ANALOGIE SIMILI BISOGNEREBBE APPROFONDIRE DAI TEMPI DEL DELITTO FINO AI GIORNI NOSTRI.
R:
Il Caso Garlasco e la scomparsa di Emanuela Orlandi sono due misteri della cronaca italiana che, secondo alcune teorie, potrebbero avere punti in comune. Sebbene siano avvenuti in contesti diversi, entrambi i casi sono caratterizzati da elementi di possibile insabbiamento, ambienti religiosi coinvolti e dubbi sulla versione ufficiale.
Secondo alcune ipotesi investigative, Chiara Poggi potrebbe aver scoperto un segreto indicibile legato a rituali e pratiche oscure nella periferia di Garlasco. L'avvocato Massimo Lovati, difensore di Andrea Sempio, ha suggerito che la giovane fosse venuta a conoscenza di riti esorcistici e casi di pedofilia legati a un luogo di culto, e che questa scoperta possa aver avuto un ruolo nella sua morte.Lovati ha anche paragonato il caso di Chiara Poggi a quello di Emanuela Orlandi, la ragazza scomparsa nel 1983, ipotizzando che entrambe siano state vittime di un sistema di protezione volto a nascondere verità scomode. Tuttavia, ha precisato che si tratta solo di una teoria, senza prove concrete.
Nonostante le somiglianze ipotizzate, ci sono differenze sostanziali:
Recentemente, gli inquirenti hanno riaperto il caso di Garlasco, valutando la possibilità di riesumare la salma di Michele Bertani, amico di Andrea Sempio, morto suicida nel 2016. Prima di togliersi la vita, Bertani avrebbe pronunciato la frase inquietante: "La verità non emergerà mai". Inoltre, si sta analizzando se il Santuario della Bozzola, frequentato da Bertani, possa avere un ruolo nella vicenda.Il caso di Emanuela Orlandi, invece, continua a essere oggetto di indagini, con nuove rivelazioni su possibili documenti segreti custoditi dal Vaticano.Entrambi i casi restano avvolti nel mistero, con nuove piste che emergono anche a distanza di anni.
D: Sono stati ascoltati tutti sacerdoti, preti che gestivano il santuario dell'epoca?
R: Sì, le indagini sul Santuario della Madonna della Bozzola hanno portato alla luce diversi elementi controversi. Nel 2014, l'allora rettore del santuario, don Gregorio Vitali, fu coinvolto in un caso di ricatto a sfondo sessuale, orchestrato da due cittadini romeni che minacciavano di diffondere filmati compromettenti.Secondo alcune testimonianze, Chiara Poggi avrebbe scoperto dettagli su questo presunto giro di festini e abusi, e avrebbe manifestato l'intenzione di denunciarlo. Questo ha portato gli inquirenti a riesaminare gli atti dell'inchiesta del 2014, per verificare eventuali collegamenti con il suo omicidio.Non è chiaro se tutti i sacerdoti dell'epoca siano stati formalmente interrogati, ma la Procura di Pavia ha acquisito documenti relativi al ricatto subito da don Vitali, che potrebbe essere un tassello importante nella ricostruzione della vicenda.
19:17-04/06/25 Upgrade
Le indagini sull’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007, continuano a rivelare nuovi dettagli. Ecco le ultime novità:
10:30-04/06/25 Upgrade
Secondo un recente servizio de Le Iene, emergono nuove testimonianze sul caso di Chiara Poggi, uccisa a Garlasco il 13 agosto 2007. Un testimone, oggi deceduto, avrebbe raccontato che la giovane aveva una relazione segreta con un uomo adulto del paese, diverso da Alberto Stasi, il suo ex fidanzato condannato per l’omicidio.
Nel servizio, firmato da Alessandro De Giuseppe e Riccardo Festinese, viene riportata una dichiarazione di un uomo del posto che avrebbe confidato ad alcune persone di essere a conoscenza di una relazione consenziente tra Chiara Poggi e un uomo adulto di Garlasco. Il nome del presunto amante è stato omesso nel servizio per motivi di privacy e verifiche investigative.
La famiglia Poggi ha respinto con forza queste ricostruzioni, definendole “da romanzo” e parte di una campagna diffamatoria contro la memoria di Chiara. Gli avvocati dei Poggi hanno dichiarato che queste insinuazioni si basano su dichiarazioni ritenute false già all’epoca.
Nel frattempo, la Procura di Pavia sta approfondendo la posizione di Andrea Sempio, amico del fratello della vittima, indagato per omicidio in concorso. Il caso continua a suscitare grande attenzione mediatica e giudiziaria, con nuove piste che potrebbero portare a ulteriori sviluppi.
Ci sono aggiornamenti sul caso Garlasco. Questa sera, nella puntata di Chi l'ha visto?, verranno presentate nuove informazioni riguardanti l'omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007. La Procura di Pavia ha riaperto il fascicolo e sta indagando su nuove piste, tra cui il coinvolgimento di Andrea Sempio, dopo che una vecchia impronta è stata attribuita con certezza al suo profilo genetico. Inoltre, gli inquirenti hanno acquisito gli atti di un processo legato allo scandalo del Santuario della Bozzola, dove due uomini sono stati condannati per estorsione.Un altro elemento interessante riguarda una presunta relazione segreta tra Chiara Poggi e un uomo del paese, diversa da Alberto Stasi, il suo ex fidanzato condannato per l’omicidio. Questa testimonianza potrebbe aprire nuove piste investigative.Inoltre, il 17 giugno è previsto un incidente probatorio per analizzare tracce di DNA e impronte rilevate sulla scena del crimine. Gli esperti della Polizia Scientifica stanno lavorando per verificare la compatibilità di queste tracce con i sospettati.
13:00-03/06/25 Upgrade
Ecco gli ultimi sviluppi sul caso di Chiara Poggi:
Il caso continua a essere oggetto di indagini e nuove piste potrebbero emergere.
15:00-02/06/25 Upgrade Il caso dell'omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007 a Garlasco, continua a far discutere con nuovi sviluppi. Gli inquirenti stanno riesaminando le prove e hanno individuato nuovi indizi che potrebbero cambiare la ricostruzione del delitto.
La Procura di Pavia ha ampliato la lista delle persone sottoposte a prelievo del DNA, includendo investigatori, il medico legale dell’epoca e le cugine della vittima. Inoltre, si sta riesaminando l’orario della morte di Chiara Poggi e i movimenti del killer nella villetta.
17:47 - 31/05/25 Upgrade
Aggiornamenti sul caso Garlasco, l’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007.
📅 26 maggio 2025 – Il TG La7 ha mostrato per la prima volta il contenuto di una pendrive appartenente a Chiara Poggi. Dentro è stato trovato un file con articoli sulla pedofilia nella Chiesa, sollevando nuove ipotesi sulla possibile motivazione del delitto.
📅 28 maggio 2025 – Le indagini si stanno concentrando su Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara, il cui DNA sarebbe stato trovato sulle unghie della vittima. Gli investigatori stanno cercando di attribuire una nuova impronta a lui e analizzano un’altra impronta appartenente a un soggetto ancora ignoto.
📅 30 maggio 2025 – Secondo le ultime analisi, Sempio potrebbe aver lasciato un’impronta sulla parete delle scale della villetta di Garlasco, ma senza scendere i gradini. Questo potrebbe cambiare la ricostruzione della dinamica del delitto.
📅 31 maggio 2025 – È emersa una telefonata ignorata durante le indagini del 2007: una ragazza avrebbe chiamato dicendo “È morta… Andrea, aiutami”, prima di riattaccare. Gli investigatori stanno verificando se questo elemento possa essere rilevante per il caso.
📅Giugno 2025 (data da confermare) – La Procura di Pavia ha richiesto un incidente probatorio per analizzare i reperti rimasti e i campioni di DNA. Gli esperti stanno cercando di ricostruire la dinamica del delitto con nuove tecniche scientifiche.
Recentemente, il TG La7 ha mostrato per la prima volta il contenuto di una pendrive appartenente a Chiara Poggi, che contiene un file con articoli sulla pedofilia nella Chiesa. Questo elemento ha sollevato nuove ipotesi sulla possibile motivazione del delitto.
Le indagini si stanno concentrando su Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara, il cui DNA sarebbe stato trovato sulle unghie della vittima. Gli investigatori stanno cercando di attribuire una nuova impronta a lui e stanno analizzando un’altra impronta appartenente a un soggetto ancora ignoto.
Secondo le ultime analisi, Sempio potrebbe aver lasciato un’impronta sulla parete delle scale della villetta di Garlasco, senza però scendere i gradini. Questo dettaglio potrebbe cambiare la ricostruzione della dinamica del delitto.
È emersa una telefonata ignorata all’epoca delle indagini: una ragazza avrebbe chiamato dicendo “È morta… Andrea, aiutami”, prima di riattaccare. Questo elemento potrebbe essere rilevante per la nuova inchiesta.
La Procura di Pavia ha richiesto un incidente probatorio per analizzare i reperti rimasti e i campioni di DNA. Gli esperti stanno cercando di ricostruire la dinamica del delitto con nuove tecniche scientifiche.
17:30-30/05/25 Upgrade:
La Procura generale di Milano ha presentato ricorso in Cassazione per chiedere la revoca della semilibertà concessa ad Alberto Stasi, condannato a 16 anni di carcere per l'omicidio di Chiara Poggi. Il motivo dell'impugnazione è legato alla mancata richiesta di autorizzazione per un'intervista rilasciata al programma televisivo Le Iene durante un permesso per un ricongiungimento familiare.
Secondo la Procura, la concessione della semilibertà implica il rispetto di determinate condizioni, tra cui la comunicazione preventiva di attività pubbliche come interviste. La mancata autorizzazione è stata considerata una violazione delle prescrizioni imposte dal Tribunale di Sorveglianza. Se la Cassazione accoglierà il ricorso, Stasi potrebbe perdere il beneficio della semilibertà e tornare a scontare la pena senza permessi.
La Cassazione dovrà ora valutare se il Tribunale di Sorveglianza abbia sottovalutato l'episodio dell'intervista non autorizzata. Se il ricorso verrà accolto, Stasi potrebbe tornare a scontare la pena senza permessi. Il caso continua a suscitare grande attenzione e dibattito nell'opinione pubblica.
Il delitto di Garlasco, avvenuto il 13 agosto 2007, ha visto un lungo iter giudiziario che ha portato alla condanna definitiva di Alberto Stasi a 16 anni di reclusione per l'omicidio di Chiara Poggi. Tuttavia, recenti sviluppi investigativi hanno riaperto il dibattito sulla responsabilità penale e sulla possibile implicazione di Andrea Sempio, amico del fratello della vittima.
L'iter giudiziario ha attraversato diverse fasi:
Recentemente, la Procura di Pavia ha avviato un riesame del caso, focalizzandosi su:
La riapertura del caso solleva questioni di diritto processuale penale, tra cui:
Il caso Garlasco continua a rappresentare un nodo giuridico complesso, con implicazioni che vanno oltre la singola vicenda giudiziaria. La recente riapertura delle indagini potrebbe portare a nuove valutazioni probatorie, con possibili ripercussioni sulla condanna di Stasi e sull'eventuale coinvolgimento di altri soggetti.