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Omicidi villa Pamphili, a Rexal Ford finanziamenti pubblici nel 2020 PER FARE UN FILM

14:20-20/06/25  Il caso Rexal Ford—alias di Francis Kaufmann, oggi indagato per il duplice omicidio di Villa Pamphili—ha scoperchiato una falla clamorosa nel sistema dei finanziamenti pubblici al cinema italiano, in particolare nel meccanismo del tax credit.

Il finanziamento

Nel novembre 2020, il Ministero della Cultura ha concesso a Ford un credito d’imposta di 863.595,90 euro per la produzione del film Stelle della notte, presentato come una commedia ambientata a Roma. Il progetto, mai realizzato, era stato formalmente proposto da una società maltese, la Tintagel Films LLC, creata ad hoc da Kaufmann con una falsa identità americana. A supportarlo, la società italiana Coevolutions, rappresentata da Marco Perotti.

Le anomalie

  • Identità falsa: il passaporto con cui è stata presentata la domanda era intestato a “Rexal Ford”, nome inesistente all’anagrafe.
  • Progetto fittizio: il film non è mai stato girato, ma il credito è stato effettivamente monetizzato tramite cessione a un istituto bancario.
  • Normativa lacunosa: la legge all’epoca consentiva alle produzioni internazionali di accedere al tax credit senza obbligo di depositare materiale girato, aprendo la porta a possibili abusi.

Le responsabilità istituzionali

Il decreto di concessione porta la firma di Nicola Borrelli, allora direttore generale Cinema e Audiovisivo, sotto il ministero di Dario Franceschini (governo Conte II). Il ministro attuale, Alessandro Giuli, ha parlato di “distrazioni imperdonabili” e ha promesso una riforma del sistema per evitare che “truffatori o persone peggiori” possano approfittarne.

Le conseguenze

  • Il Ministero ha avviato un’indagine interna e potrebbe procedere alla revoca del beneficio.
  • Se confermate le irregolarità, il produttore italiano rischia l’esclusione dai benefici della legge Cinema per 5 anni e la segnalazione alla magistratura.

Questo caso ha riacceso il dibattito sulla trasparenza e l’efficacia dei finanziamenti pubblici al settore audiovisivo, già criticato per opacità e controlli insufficienti. 

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