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Le indagini su giallo di villa Pamphili tracciano il profilo di Francis Kaufmann

14:09-19/06/25  Le indagini sul caso di Villa Pamphili stanno tracciando un profilo sempre più inquietante e complesso di Francis Kaufmann, il 46enne americano arrestato in Grecia e sospettato del duplice omicidio di Anastasia e della piccola Andromeda.

Identità multiple e vita nomade

Kaufmann ha utilizzato almeno tre alias: Francis Kaufmann, Rexal Ford e Matteo Capozzi. Si presentava come regista e produttore cinematografico, ma in realtà aveva fondato una finta casa di produzione a Malta, la Tintagel Films, senza alcuna attività concreta dopo il 2019. Riceveva 5-6 mila euro al mese dai genitori, che gli permettevano uno stile di vita agiato, tra viaggi e affitti di lusso.Ha vissuto in Russia, Nuova Zelanda, Islanda, Inghilterra e Malta, spostandosi spesso e usando carte di credito e schede telefoniche intestate a nomi diversi. È arrivato in Italia a marzo 2025 su un catamarano affittato a Malta, approdando in Sicilia.

Comportamenti violenti e testimonianze

Numerose testimonianze lo descrivono come ubriaco, aggressivo e minaccioso. È stato visto dare vino alla bambina, insultare la compagna e comportarsi in modo violento in pubblico. In un’occasione, è stato notato con sangue sulla fronte, mentre Anastasia allattava la bambina con uno sguardo terrorizzato.Un testimone ha raccontato che Kaufmann, in un bar, ha urlato insulti sessisti alla compagna e alla bambina, definendole “tr**e”, mentre altri lo hanno visto bere un litro di vino alle due del pomeriggio, con la bambina che giocava accanto.

Le omissioni e l’arresto

Nonostante quattro fermi da parte della polizia italiana, Kaufmann non è mai stato identificato correttamente. È stato infine arrestato sull’isola greca di Skiathos, dove ha insultato le autorità italiane durante l’udienza, definendole “mafiose”.

Le indagini in corso

Gli inquirenti stanno analizzando tre telefoni sequestrati, carte di credito e contatti in Italia per ricostruire i suoi movimenti e verificare se abbia avuto complici. Si indaga anche su eventuali legami con altri Paesi, come Russia e Bielorussia, dove la donna potrebbe aver usato fino a sette identità diverse.Un profilo che oscilla tra millantatore, manipolatore e soggetto pericoloso, con una rete di bugie e identità false che ha reso difficile fermarlo prima della tragedia.

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