08:00 Ivrea, 25 luglio 2025 A quasi due anni dalla notte del 30 agosto 2023, la Procura di Ivrea ha chiuso l’inchiesta sulla strage ferroviaria di Brandizzo, in cui persero la vita cinque operai travolti da un treno mentre lavoravano sui binari. L’avviso di conclusione delle indagini è stato notificato a 24 soggetti, tra cui 21 persone fisiche e 3 società: RFI, Sigifer e CLF. Le accuse contestate sono di omicidio colposo plurimo e disastro ferroviario colposo, mentre è stata archiviata l’ipotesi iniziale di omicidio volontario con dolo eventuale.
La sera del 30 agosto 2023, sette operai della Sigifer si trovavano sui binari della stazione di Brandizzo per effettuare lavori di manutenzione. Secondo la ricostruzione della Procura, i lavori iniziarono senza l’interruzione formale della circolazione ferroviaria, nonostante il passaggio previsto di tre treni. Alle 23:49, un convoglio diretto al deposito, lanciato a 160 km/h, travolse e uccise cinque di loro. Le vittime furono trascinate per oltre 500 metri prima che il treno riuscisse a fermarsi.
Tutti dipendenti della Sigifer, impegnati in un turno notturno su un tratto di binario lungo appena 9 metri. Il più giovane, Kevin, aveva girato un video pochi minuti prima dell’impatto, diventato poi una prova chiave nell’inchiesta.
Tra i nomi figurano:
L’inchiesta, coordinata dai magistrati Valentina Bossi e Giulia Nicodemi sotto la guida della procuratrice Gabriella Viglione, ha abbandonato l’ipotesi di dolo. Secondo la Procura, non vi fu volontà di uccidere, ma una catena di negligenze e omissioni, frutto di prassi consolidate e procedure ignorate.
La tragedia di Brandizzo non è un caso isolato. Secondo Sicurezza e Lavoro, “si continua a morire lungo le rotaie” anche dopo il disastro. I casi di Meina e San Giorgio di Piano lo dimostrano. Le associazioni chiedono riforme strutturali e l’introduzione del reato di omicidio sul lavoro, per evitare che simili tragedie vengano derubricate a semplici incidenti.
Con la chiusura dell’inchiesta, si apre ora la fase processuale. Le difese si preparano a contestare le accuse, chiedendo di valutare le responsabilità individuali. Le famiglie, i sindacati e l’opinione pubblica attendono giustizia, verità e soprattutto garanzie che una nuova Brandizzo non possa mai più accadere.