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Sea Watch filma cadavere a largo della Libia, si pensa a un naufragio

08:50-26/06/25  L’avvistamento dei cadaveri da parte dell’aereo Seabird di Sea Watch al largo della Libia ha riacceso un allarme umanitario e politico nel Mediterraneo centrale. Secondo quanto riportato da più fonti, tra cui la Repubblica e Today, almeno cinque corpi sono stati visti galleggiare in acque internazionali nella zona SAR libica tra il 25 e il 26 giugno.

Il contesto operativo
Sea Watch ha denunciato che una motovedetta libica, armata e finanziata dall’Italia, era presente nei pressi di uno dei cadaveri ma non ha risposto alle chiamate radio e non ha effettuato alcun recupero. L’ONG ha definito l’episodio un possibile “naufragio fantasma”, cioè un naufragio avvenuto senza testimoni, senza soccorsi e senza che se ne conosca l’entità o le vittime.

Le implicazioni politiche
Il deputato Marco Grimaldi (AVS) ha chiesto al governo italiano di chiarire quanto accaduto, criticando il silenzio istituzionale e sottolineando che “non si può morire nell’oblio”. La vicenda solleva interrogativi sul ruolo delle autorità libiche, spesso accusate di violazioni dei diritti umani, e sul sostegno logistico e finanziario fornito loro da paesi europei, in particolare l’Italia.

Il significato più ampio
Questo episodio si inserisce in una lunga serie di tragedie invisibili nel Mediterraneo, dove le rotte migratorie dalla Libia verso l’Europa sono tra le più pericolose al mondo. Le ONG denunciano da anni la mancanza di un sistema europeo di soccorso coordinato e l’esternalizzazione dei controlli di frontiera a paesi terzi, spesso instabili o autoritari.

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