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Scambio di cadavere all’obitorio di Torino, l’incubo di una famiglia

Scambio di cadavere all’obitorio di Torino: una famiglia privata dell’ultimo saluto

19:53-05/06/25  Un errore amministrativo di proporzioni drammatiche ha sconvolto una famiglia moldava residente in Italia. Vladimir Acristini, 56 anni, è morto nel novembre 2023 a Torino, ma quando i suoi familiari si sono recati all’obitorio di via Bertani per il riconoscimento della salma, hanno scoperto che il corpo era stato cremato per errore. Un episodio che ha sollevato interrogativi sulla gestione delle salme negli obitori pubblici e sulla necessità di procedure più rigorose per evitare simili incidenti.


L’errore fatale

La tragedia ha avuto origine da uno scambio di salme all’interno dell’obitorio. Il corpo di Acristini è stato erroneamente identificato come quello di un altro defunto italiano e, di conseguenza, sottoposto a cremazione. Le sue ceneri sono state disperse dalla famiglia dell’altro defunto, ignara dello scambio.Secondo le ricostruzioni, Acristini era morto nel sonno e il suo corpo era stato trasferito all’obitorio per l’autopsia. La sua famiglia, che aveva già organizzato il rimpatrio della salma in Moldavia, ha scoperto l’errore solo quando si è recata per il riconoscimento ufficiale. A quel punto, era troppo tardi: il corpo non esisteva più.


Le conseguenze legali e amministrative

  • Denuncia e richiesta di risarcimento: La famiglia di Acristini ha intentato una causa civile per ottenere un rimborso delle spese funerarie (circa 7.800 euro) e un risarcimento per il danno morale subito.
  • Provvedimenti disciplinari: L’ASL di Torino ha ammesso l’errore e ha adottato misure disciplinari nei confronti delle addette coinvolte, sebbene la magistratura non abbia ravvisato dolo.
  • Impatto sulla comunità: L’episodio ha sollevato interrogativi sulla gestione delle salme negli obitori pubblici e sulla necessità di procedure più rigorose per evitare simili incidenti.

Il dolore della famiglia

La famiglia Acristini è stata privata della possibilità di dare un ultimo saluto al proprio caro. Secondo la tradizione ortodossa, la cremazione è vietata, e il defunto avrebbe dovuto essere sepolto nella tomba di famiglia in Moldavia. I figli di Acristini hanno espresso sconcerto e rabbia, chiedendosi come sia stato possibile un errore di tale gravità."I corpi sono registrati, identificati con etichette: com’è stato possibile un simile errore? E come ha fatto la famiglia dell’altro defunto a non accorgersi che il corpo non era quello del proprio caro?" si chiedono i figli del 56enne.


Considerazioni finali

Questo caso evidenzia l’importanza di procedure di identificazione più sicure e di una maggiore trasparenza nella gestione delle salme. La famiglia Acristini, privata della possibilità di fare lutto in modo umano, continua a chiedere giustizia per un errore che ha avuto conseguenze irreversibili.

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