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Quando Google può ingannare, la morte in ospedale e l'assenza del pronto soccorso

Quando Google può ingannare: il dramma di Comacchio e l’assenza del pronto soccorso

15:43-29/07/25 Comacchio (FE) Una vacanza che avrebbe dovuto regalare spensieratezza si è trasformata in una tragedia. A perdere la vita è stato un uomo di 56 anni, turista milanese, colpito da una grave crisi cardio-respiratoria dopo aver cercato online un pronto soccorso che, in realtà, non esisteva più.

🔍 La dinamica dei fatti

In preda a dolori intensi al petto e difficoltà respiratorie, l’uomo ha digitato su Google “pronto soccorso Comacchio”. I risultati lo hanno indirizzato alla Casa di Comunità San Camillo, una struttura che dal 2013 ha dismesso il servizio di emergenza-urgenza, trasformandosi in un centro per l’assistenza di bassa intensità, denominato CAU (Centro Assistenza Urgenza)

Ignaro di questa differenza e senza chiamare il 112, l’uomo si è recato autonomamente presso l’edificio, dove è collassato proprio davanti all’ingresso. I sanitari hanno immediatamente allertato il 118, che è giunto in sei minuti. Purtroppo, le manovre rianimatorie non sono riuscite a salvargli la vita. Il suo cuore non ha mai ripreso a battere.

🏥 La struttura e il punto debole del sistema

La Casa di Comunità San Camillo è oggi un presidio sanitario territoriale, pensato per gestire casi di bassa complessità, come piccoli traumi o disturbi lievi. Non ha medici rianimatori né attrezzature salvavita avanzate. Ma online, e questo è il nodo cruciale, il centro appare ancora associato alla parola “ospedale”, inducendo in errore chi lo cerca per situazioni gravi. Una lacuna che può risultare fatale.

📣 La risposta dell’Azienda Sanitaria Locale

In seguito all’accaduto, l’AUSL Ferrara ha specificato che:

"In presenza di sintomi gravi come dolore toracico o difficoltà respiratorie, non si deve mai ricorrere a ricerche online per scegliere la struttura, ma chiamare immediatamente il 112, che valuterà in tempo reale la destinazione più adeguata."

L’Azienda Sanitaria ha inoltre sottolineato l’importanza di consultare solo fonti ufficiali, come i siti web regionali e locali, per evitare disinformazione sulla rete sanitaria.

🏖️ Un problema noto da tempo

La chiusura del pronto soccorso di Comacchio nel 2013 è stata al centro di numerose polemiche. Il Comune, che d’estate ospita migliaia di turisti nei suoi lidi, risulta privo di un presidio emergenziale h24. Le urgenze vengono gestite dal pronto soccorso dell’Ospedale di Lagosanto, distante oltre 15 km, un tragitto che in certi casi può rappresentare una distanza fatale.In estate, il problema si acuisce. I flussi turistici aumentano, e con essi le probabilità di emergenze mediche. Eppure, le informazioni disponibili online non sono sempre chiare, e ciò espone i cittadini a rischi enormi.

🧩 Chi è responsabile?

La vicenda pone domande delicate su responsabilità comunicative e gestione dei dati sanitari online. Se da un lato la famiglia dell’uomo deceduto ha espresso profondo dolore e indignazione, dall’altro nessuno sembra voler assumersi la responsabilità di una mappatura errata e fuorviante.Le piattaforme digitali offrono strumenti per aggiornare le informazioni sulle strutture, ma chi verifica che siano corrette? Chi garantisce che, in situazioni di emergenza, la scelta digitale non si trasformi in un errore irreparabile?

🙏 Una tragedia che deve insegnare

Questo episodio non è solo una triste pagina di cronaca, ma un monito per il sistema sanitario, le istituzioni locali e le piattaforme digitali. Serve un'azione coordinata per:

  • Aggiornare in modo tempestivo e affidabile le mappe sanitarie online;
  • Garantire comunicazione chiara nelle strutture territoriali;
  • Rivedere la copertura emergenziale nei comuni turistici.

Ogni minuto conta, e l’informazione, nel bene o nel male,può fare la differenza tra la vita e la morte.



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