15:10-19/06/25
La Procura dei Minori di Bologna è titolare dell’inchiesta sul tragico caso di Aurora Tila, la 13enne precipitata dal settimo piano di un palazzo a Piacenza il 25 ottobre 2024. Il principale indagato è un ragazzo di 15 anni, ex fidanzato della vittima, attualmente accusato di omicidio volontario aggravato e atti persecutori.
Secondo l’ipotesi accusatoria, il ragazzo avrebbe spinto Aurora dal balcone, colpendole le mani mentre cercava di aggrapparsi alla ringhiera. Le prove raccolte includono:
Durante l’udienza del 19 giugno 2025, il pubblico ministero Simone Purgato ha ottenuto dal giudice Chiara Alberti la contestazione dell’aggravante per atti persecutori, aggravati dalla minore età della vittima e dalla relazione affettiva tra i due.
Il processo è stato aggiornato al 26 giugno, data in cui si deciderà se procedere con rito abbreviato, rito abbreviato condizionato o rito ordinario. La difesa del ragazzo ha chiesto l’ascolto di consulenti medico-legali, mentre la famiglia di Aurora ha chiesto l’inserimento di ulteriori aggravanti, tra cui premeditazione e futili motivi.Se vuoi, posso aiutarti a ricostruire una timeline completa del caso o approfondire il ruolo della giustizia minorile in Italia. Fammi sapere.
Il caso di Aurora Tila, la tredicenne precipitata dal settimo piano di un palazzo a Piacenza il 25 ottobre 2024, ha assunto contorni sempre più inquietanti alla luce delle indagini condotte dalla Procura dei Minori di Bologna. Il principale indagato è un ragazzo di 15 anni, ex fidanzato della vittima, ora formalmente accusato di omicidio volontario aggravato e atti persecutori.
Secondo gli inquirenti, il giovane avrebbe perseguitato Aurora per settimane dopo la fine della loro relazione. Tra i messaggi acquisiti agli atti, spicca uno in particolare, datato 9 ottobre alle 2:50 del mattino: “Il mio piano di vendetta inizia da ora”. Questo e altri contenuti digitali dimostrerebbero un chiaro intento intimidatorio e una volontà di controllo, elementi che hanno portato alla contestazione dell’aggravante dello stalking.
Le ricostruzioni investigative, supportate da un testimone oculare e da un video acquisito agli atti, indicano che Aurora sarebbe stata spinta dal balcone del settimo piano. La ragazza avrebbe tentato di salvarsi aggrappandosi alla ringhiera, ma il ragazzo l’avrebbe colpita alle mani per farla cadere nel vuoto. L’autopsia ha escluso l’ipotesi del suicidio, confermando lesioni compatibili con una spinta e una caduta forzata.
Emergono anche elementi significativi dal comportamento online della vittima. Aurora si era rivolta a un’intelligenza artificiale per chiedere consiglio sulla sua relazione, domandando: “Come faccio a capire se è amore vero o tossico?”. Queste conversazioni, ora parte del fascicolo, mostrano una ragazza in cerca di aiuto e consapevole del disagio che stava vivendo.
Durante l’udienza del 19 giugno 2025, il pubblico ministero ha ottenuto la contestazione dell’aggravante per atti persecutori. La difesa ha chiesto di procedere con rito abbreviato condizionato all’audizione di due consulenti medico-legali. La prossima udienza è fissata per il 26 giugno.
Morena Corbellini, madre di Aurora, ha dichiarato con dolore: “L’ho rivisto per la prima volta in aula. Era sicuro di sé, con le spalle dritte. Non mi aspettavo un atteggiamento del genere. Mi aspetto giustizia”.
Questo caso non è solo una tragedia personale, ma anche un campanello d’allarme sulla violenza nelle relazioni adolescenziali e sull’urgenza di strumenti educativi e di ascolto. Ma lo stato non ci sente..