🕵️ Torino, svolta nel cold case di Momo Bakal: arrestato l’omicida dopo nove anni di mistero📅
11:47-Torino, 23 luglio 2025 Dopo quasi un decennio di silenzi, false piste e dolore, è stato finalmente risolto il giallo della scomparsa di Momcilo “Momo” Bakal, imprenditore bosniaco residente a Leinì.
I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Torino, coordinati dalla Procura di Ivrea, hanno arrestato Milan Uskokovic, 62 anni, cittadino serbo, con l’accusa di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e occultamento di cadavere.
Bakal era sparito nel luglio del 2016, dopo essere salito sulla sua Volkswagen Tiguan. Nessuna traccia, né in Italia né nei Paesi dell’ex Jugoslavia da cui proveniva. Le ricerche, estese anche a laghi e fiumi con l’ausilio di sommozzatori, unità cinofile e droni, non avevano prodotto risultati. La denuncia di scomparsa era stata presentata con ritardo, e fin da subito i familiari avevano escluso un allontanamento volontario. Il caso sembrava destinato all’archiviazione.
Nel 2023, grazie a nuove tecnologie investigative e a un riscontro nella banca dati del DNA per altri reati, gli inquirenti hanno riaperto il fascicolo. Le indagini hanno portato a un terreno in località Villaretto, alla periferia nord di Torino, dove nell’estate del 2024 è stato ritrovato il corpo di Bakal, sepolto in modo rudimentale.L’esame tossicologico ha rivelato la presenza di Zolpidem e Quetiapina, potenti sedativi. Secondo gli investigatori, Uskokovic avrebbe avvelenato la vittima, simulando poi un allontanamento volontario e facendo sparire l’auto.
Il movente dell’omicidio sarebbe legato a dissidi economici e tensioni personali tra i due. Uskokovic, già noto alle forze dell’ordine, avrebbe cercato di liquidare i dipendenti dell’azienda di Bakal, impossessandosi di beni e rallentando la denuncia di scomparsa intimidendo il figlio illegittimo della vittima.
L’arresto è avvenuto il 22 luglio 2025, con l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Tribunale di Ivrea. Uskokovic è stato trasferito nel carcere “Lorusso e Cutugno” di Torino.Le indagini proseguono per verificare l’eventuale coinvolgimento di complici e per ritrovare la vettura scomparsa, che potrebbe contenere ulteriori prove.
La famiglia di Bakal, che non ha mai smesso di cercare risposte, ha finalmente ottenuto giustizia. Ma il dolore per una verità così brutale, un amico che si trasforma in assassino, lascia ferite profonde.