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L'attacco di Israele all'Iran ha scatenato un'ondata di incertezza sui mercati globali

16:02-13/06/25  

L'attacco di Israele all'Iran ha scatenato un'ondata di incertezza sui mercati globali, con ripercussioni su Borse, materie prime e valute.

Impatto sui mercati finanziari

  • Borse europee: Milano (-1,3%), Francoforte (-1,35%), Parigi (-1%), Madrid (-1,61%) e Londra (-0,25%) hanno aperto in calo.
  • Wall Street: Il Dow Jones ha perso circa 580 punti, mentre i futures sugli indici americani sono in ribasso.
  • Borse asiatiche: Tokyo (-0,92%), Hong Kong (-0,79%), Shanghai (-0,75%) e Shenzhen (-1,1%) hanno chiuso in negativo.

Materie prime e beni rifugio

  • Petrolio: Il Brent è salito a 75,20 dollari al barile (+7,89%), mentre il WTI ha registrato un aumento dell'8,23%.
  • Gas naturale: Le quotazioni ad Amsterdam sono aumentate del 4%, raggiungendo 37,60 euro al megawattora.
  • Oro: Il prezzo dell'oro ha toccato 3.415 dollari l'oncia (+0,98%), segnale di una corsa ai beni rifugio.

Settori più colpiti

  • Automobilistico: Stellantis (-2,5%), Volkswagen (-2,55%), Ferrari (-2,5%) e Porsche (-2,3%) in forte calo.
  • Lusso: Richemont (-3,15%), Burberry (-3,1%), Moncler (-2,5%) e Cucinelli (-2%) soffrono.
  • Bancario: Bbva (-2,5%), Banco Bpm (-2,2%), Mediobanca (-2%), Unicredit (-1,75%) e Mps (-1,6%) in difficoltà.
  • Energetico e difesa: In controtendenza, Eni (+1,4%), Bp (+2,9%), Shell (+2,2%) e Leonardo (+0,3%) registrano rialzi.

Conseguenze economiche

L'attacco ha generato timori di un'escalation militare, con possibili sanzioni economiche e un impatto sulle imprese italiane, che potrebbero affrontare aumenti dei costi energetici per oltre 11 miliardi di euro. Inoltre, la chiusura dello Stretto di Hormuz, da cui transita il 25% del commercio mondiale di petrolio, potrebbe far schizzare i prezzi fino a 120 dollari al barile. La situazione resta fluida e gli analisti monitorano gli sviluppi geopolitici.


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Allo stesso tempo i Treasury americani, i titoli di Stato a lunga scadenza degli Usa, sono in ripresa. L'afflusso di capitali in cerca di sicurezza spinge verso l’alto anche l'oro che quota sopra 3.400 dollari (+1%). Ricercate anche le valute rifugio come il franco svizzero e lo yen giapponese mentre il dollaro si apprezza. Israele ha detto che il suo «attacco preventivo» ha preso di mira impianti nucleari iraniani, fabbriche di missili balistici e comandanti militari per impedire a Teheran di costruire un'arma atomica.

Al centro dell’attenzione c’è il petrolio che sta correndo con rialzi sopra al 5% portandosi ampiamente sopra i 70 dollari al barile sia per il Brent sia per il Wti. Nelle prime ore della mattina e subito dopo gli attacchi all’Iran, il petrolio aveva registrato un picco del +14%. Tutti gli occhi sono puntati sui mercati petroliferi e sul fondamentale Stretto di Hormuz, crocevia dei mercati del greggio, ma una guerra totale tra Israele e Iran rappresenterebbe una seria minaccia anche per i giacimenti di gas naturale del Mediterraneo orientale e rischierebbe di riversarsi sulle forniture di gas naturale liquefatto dell'Europa.

Gli investitori adesso sono in allarme e temono una vera e propria escalation in Medio Oriente. La nuova fase delle ostilità si inserisce in un contesto già difficile per i mercati finanziari e per l’economia globale a causa delle politiche commerciali aggressive del presidente degli Stati Uniti Donald Trump.

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