16:55-25-06/25 Il progetto di prolungamento della metropolitana M5 fino a Monza rischia di trasformarsi in un caso emblematico di paralisi infrastrutturale italiana, un’opera strategica per la mobilità dell’intera Brianza, bloccata da un vuoto finanziario di circa 600 milioni di euro.
Il prolungamento della linea lilla da Bignami a Monza Nord è atteso da decenni: dovrebbe collegare quartieri densamente popolati, ridurre il traffico su gomma e offrire un’alternativa sostenibile ai pendolari. Il progetto prevede 11 nuove fermate, tra cui Cinisello, Bettola, San Fruttuoso e Monza Centro, con un bacino potenziale di oltre 200.000 utenti al giorno.
Il costo complessivo dell’opera è salito a 2,2 miliardi di euro, ma mancano all’appello circa 600 milioni, che nessuno — né Stato, né Regione, né Comuni — sembra voler coprire. Il governo ha già stanziato 900 milioni, la Regione Lombardia 283, Milano e Monza 100 ciascuna. Il resto è un buco nero che rischia di far saltare tutto.
Secondo l’associazione HQMonza, i famigerati “600 milioni di extracosti” sarebbero gonfiati: una stima più realistica si aggirerebbe tra i 310 e i 350 milioni, considerando adeguamenti prezzi, varianti progettuali e compensazioni ambientali. Tra le voci più discusse:
Per superare l’impasse, si è ipotizzato di dividere il progetto in due lotti: prima Bignami–Bettola, poi Bettola–Monza Nord. Ma i consiglieri comunali di Monza si sono opposti, temendo che il secondo tratto venga rimandato a tempo indeterminato.
Il 26 giugno è previsto un incontro decisivo a Roma tra enti locali e governo. Se non si troverà una soluzione condivisa, il rischio è che Monza e la Brianza restino escluse dal sistema metropolitano milanese, con pesanti ricadute su traffico, ambiente e sviluppo urbano.