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I figli del Giudice Borsellino: 'Siamo commossi per la frase di nostro padre tra le tracce della maturità'

Dettagliato e professionale sulla traccia della Maturità 2025 dedicata a Paolo Borsellino e alla sua frase “I giovani, la mia speranza”. Questo testo può essere utilizzato come modello per un tema d’esame o come riflessione personale.


La speranza che resiste: i giovani e l’eredità di Paolo Borsellino

Introduzione

13:00-18/06/25  Nel panorama della storia italiana recente, poche figure hanno incarnato con tanta forza il senso del dovere, della giustizia e del sacrificio come Paolo Borsellino. Magistrato simbolo della lotta alla mafia, Borsellino ha lasciato un’eredità morale che continua a ispirare generazioni. La scelta del Ministero dell’Istruzione di inserire tra le tracce della Maturità 2025 la frase “I giovani, la mia speranza” rappresenta non solo un omaggio alla sua memoria, ma anche un invito a riflettere sul ruolo delle nuove generazioni nella costruzione di una società più giusta e consapevole.

Il contesto della frase

La frase è tratta da un intervento pubblicato su Epoca nel 1992, pochi mesi prima della strage di via D’Amelio. In quel testo, Borsellino esprimeva un sentimento di fiducia nei confronti dei giovani, riconoscendo in loro una coscienza civile più sviluppata rispetto a quella della sua generazione. Egli osservava come i ragazzi dell’epoca fossero più consapevoli del fenomeno mafioso e più inclini a rifiutarne il consenso sociale, che rappresenta uno dei pilastri del potere mafioso.

Il significato profondo del messaggio

La speranza di Borsellino non era ingenua né retorica. Era una speranza fondata sull’osservazione concreta di un cambiamento culturale in atto. Il magistrato sapeva che la mafia non si combatte solo con le sentenze, ma soprattutto con l’educazione, la cultura e la partecipazione attiva dei cittadini. In questo senso, i giovani rappresentano il terreno fertile su cui seminare i valori della legalità, della responsabilità e della solidarietà.

La reazione dei figli e il valore della memoria

I figli di Paolo Borsellino hanno accolto con commozione la scelta della traccia, sottolineando come il padre nutrisse una “enorme speranza nelle future generazioni” e come il suo sacrificio sia oggi “un seme che sta dando i suoi frutti”. Hanno ringraziato la scuola per il lavoro svolto in questi 33 anni nell’educazione alla legalità, riconoscendo il ruolo fondamentale dell’istruzione nel mantenere viva la memoria e nel formare cittadini consapevoli.

Il ruolo della scuola e della società

La scuola, in quanto luogo di formazione non solo intellettuale ma anche etica, ha il compito di trasmettere la memoria di figure come Borsellino. Parlare di mafia, di giustizia e di impegno civile non deve essere un’eccezione, ma parte integrante del percorso educativo. Come ha ricordato anche il fratello Salvatore, “quando i giovani saranno adulti avranno più forza di combattere di quanto io e la mia generazione abbiamo avuto”.

Riflessione personale

Come studentessa o studente, questa traccia mi interpella profondamente. Viviamo in un’epoca in cui la sfiducia nelle istituzioni è diffusa, eppure il messaggio di Borsellino ci ricorda che il cambiamento è possibile, ma richiede coraggio, coerenza e impegno quotidiano. Essere giovani oggi significa avere la responsabilità di non voltarsi dall’altra parte, di informarsi, di partecipare, di scegliere da che parte stare.

Conclusione

La frase “I giovani, la mia speranza” non è solo un testamento morale, ma una chiamata all’azione. Paolo Borsellino ha creduto nei giovani perché ha visto in loro la possibilità di un’Italia diversa, libera dalla paura e dalla corruzione. Sta a noi raccogliere questa eredità e trasformarla in realtà. Perché la speranza, come il coraggio, è contagiosa. E può cambiare il mondo.


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