17:18-19/06/25 La condanna definitiva del colonnello dei Carabinieri Lorenzo Sabatino a 1 anno e 3 mesi di reclusione rappresenta un passaggio cruciale nel lungo e complesso iter giudiziario legato ai depistaggi nel caso Cucchi, uno dei più emblematici episodi di mala giustizia e violenza istituzionale nella storia recente italiana.
La sentenza è stata emessa il 19 giugno 2025 dalla Corte d’Appello di Roma, che ha confermato le responsabilità di Sabatino per falso ideologico e favoreggiamento nell’ambito delle indagini successive alla morte di Stefano Cucchi, avvenuta il 22 ottobre 2009 all’ospedale Sandro Pertini, una settimana dopo l’arresto.Sabatino, all’epoca comandante del Reparto Operativo dei Carabinieri di Roma, è stato ritenuto responsabile di aver contribuito a indirizzare le indagini lontano dai veri responsabili del pestaggio, omettendo atti dovuti e alterando la catena informativa interna all’Arma.
La stessa sentenza ha confermato:
Ilaria Cucchi, sorella di Stefano e senatrice di Alleanza Verdi e Sinistra, ha definito la sentenza “estremamente importante”, sottolineando come essa rappresenti un segnale contro l’impunità sistemica di alcune figure apicali delle forze dell’ordine. Ha dichiarato:
“Oggi è stata confermata la responsabilità della scala gerarchica successiva all’uccisione di mio fratello. È una giornata importante, non solo per la mia famiglia”.
La condanna di Sabatino, pur con una pena contenuta, segna un precedente giurisprudenziale rilevante: per la prima volta, un ufficiale di alto grado viene riconosciuto colpevole di depistaggio sistemico in un caso di morte sotto custodia. La sentenza rafforza il principio di accountability verticale nelle forze armate e apre riflessioni sul ruolo della trasparenza e della cultura della legalità all’interno delle istituzioni.