17:41-02/07/25 Como, il coraggio di una madre contro il furto: quando la determinazione batte l’indifferenza In un tempo in cui le piccole ingiustizie sembrano spesso scivolare nell’indifferenza, la vicenda accaduta a Como ci racconta una storia diversa, quella di una madre che, di fronte al furto del cellulare del figlio, ha scelto di non arrendersi, di cercare, di agire. E ci ricorda che la responsabilità civile può nascere anche da un gesto semplice, ma deciso.
Un uomo di 40 anni, già noto alle forze dell’ordine, ha chiesto in prestito il cellulare a un ragazzo presso la struttura Ser.T di via Carso, con il pretesto di effettuare una chiamata. Poi è sparito, consegnando il telefono a un amico con l’intento di venderlo per ottenere denaro, dichiarando di averlo fatto per sostenere la sua vita da senza fissa dimora.La madre del ragazzo, anziché limitarsi alla denuncia, ha rintracciato personalmente il presunto ladro, fornendo una descrizione precisa alla Polizia, che ha poi identificato e denunciato l’uomo.
Il gesto del ladro, per quanto giustificato da una condizione di marginalità, non può essere normalizzato. La povertà non è una scusa per violare la fiducia altrui. Ma allo stesso tempo, la sua “sincera giustificazione” — come riportano le fonti — ci interroga sul fallimento delle politiche di inclusione, sull’abbandono di chi vive ai margini.
La madre protagonista di questa vicenda ha dimostrato che la cittadinanza attiva esiste, e che la giustizia non è solo un affare delle istituzioni. Il suo gesto è un esempio di tenacia, lucidità e senso civico. Ha trasformato un episodio di microcriminalità in un’occasione per riaffermare il principio che nessun furto è “troppo piccolo” per essere ignorato.
Questa storia ci ricorda che la sicurezza non nasce solo dai controlli, ma anche dalla partecipazione dei cittadini, dalla volontà di non voltarsi dall’altra parte. E che dietro ogni furto c’è una relazione spezzata, una fiducia tradita, un bisogno di risposte.