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Bari, lavoro irregolare dilagante: scoperti 928 lavoratori non in regola in sei mesi.

15:40-17/07/25 BARI - Una maxi operazione condotta dalla Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Bari ha portato alla luce un fenomeno allarmante: in soli sei mesi, sono stati scoperti 928 lavoratori irregolari, di cui 138 completamente “in nero”, privi di qualsiasi contratto e tutela.


🔍 Settori coinvolti e modalità di indagine

I controlli, effettuati tra gennaio e giugno 2025, hanno interessato oltre 100 aziende distribuite tra il settore primario (agricoltura) e terziario (logistica, confezionamento).

  • Le verifiche si sono basate sul raffronto tra i dati comunicati dalle imprese agli enti preposti e le dichiarazioni dei lavoratori presenti, incrociando anche le mansioni effettivamente svolte.
  • Le violazioni più gravisono emerse in tre contesti emblematici:
    • Un fondo agricolo nel sudest barese, dove sono stati trovati 18 lavoratori in nero durante la campagna cerasicola.
    • Un’azienda di confezionamento su misura di abbigliamento a Bitonto, con 10 dipendenti non in regola.
    • Una società di logistica, che impiegava 572 lavoratori irregolari tramite intermediazione illecita di manodopera, disarticolata in tre interventi mirati.

⚖️ Sanzioni e impatti economici

  • Sono stati sanzionati 66 datori di lavoro, responsabili di violazioni contrattuali, contributive e fiscali.
  • Le condotte illecite hanno riguardato anche la tracciabilità dei pagamenti e la mancata registrazione ai fini assicurativi.
  • Il lavoro sommerso mina la concorrenza leale, sottrae risorse all’Erario e sfrutta i lavoratori, privandoli di diritti fondamentali.

📉 Il sommerso come minaccia sistemica

Secondo la Guardia di Finanza, il lavoro nero rappresenta una piaga per l’intero sistema economico, orientata alla riduzione illegale dei costi di struttura (fiscali, organizzativi e del lavoro) per massimizzare i profitti e ottenere vantaggi competitivi ingiusti.


📍 L’operazione della Guardia di Finanza di Bari conferma l’urgenza di un controllo capillare e continuo sul mercato del lavoro. Mentre le indagini proseguono, il messaggio è chiaro: tutelare i diritti dei lavoratori è una priorità non negoziabile.

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