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Abiti eleganti, società di comodo e fatture regolari. Il volto moderno delle mafie

12:15-28/06/25  A Bologna, la criminalità organizzata non si presenta più con armi e minacce esplicite, ma con abiti eleganti, società di comodo e fatture regolari. È il volto moderno delle mafie, che si mimetizzano nel tessuto economico locale attraverso strategie imprenditoriali sofisticate e apparentemente legali.


🕴️ Infiltrazioni silenziose: il nuovo volto dei clan

Secondo le inchieste della Direzione Investigativa Antimafia, a Bologna operano soggetti legati a ‘ndrangheta e camorra, che:

  • Investono in ristorazione, edilizia, logistica e commercio al dettaglio
  • Utilizzano intestazioni fittizie per schermare i reali proprietari
  • Riciclano denaro attraverso fatture false e società cartiere
  • Acquisiscono imprese in difficoltà per infiltrarsi nei circuiti legali

Queste attività non generano allarme sociale immediato, ma inquinano il mercato, alterano la concorrenza e consolidano il potere mafioso.


🧾 Economia legale come copertura

Come spiegato dal procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo, le mafie oggi sono veri e propri hub di servizi illegali per il mondo dell’impresa. Offrono:

  • Accesso a capitali illeciti
  • Evasione fiscale strutturata
  • Forzature nei subappalti pubblici e privati
  • Servizi di recupero crediti “alternativi”

Il tutto con l’apparenza di legalità, grazie alla complicità di professionisti, consulenti fiscali e notai.


🧠 Strategie e territori

L’espansione mafiosa nel Nord Italia, e in particolare a Bologna, è favorita da:

  • Crisi economiche che rendono vulnerabili le imprese
  • Scarsa percezione del rischio mafioso da parte della cittadinanza
  • Assenza di segnali visibili di violenza, che rende più difficile l’intervento preventivo

Ecco un’inchiesta giornali


🕴️ Mafie in giacca e cravatta: l’infiltrazione silenziosa nell’economia di Bologna

Bologna, 2025 – Non più minacce, estorsioni o intimidazioni plateali. Oggi le mafie si presentano con abiti eleganti, bilanci in ordine e società registrate alla Camera di Commercio. È il volto moderno della criminalità organizzata, che a Bologna si insinua nel tessuto economico attraverso intestazioni fittizie, riciclaggio e acquisizioni di imprese in difficoltà.

📊 Un’economia contaminata

Secondo le inchieste della Direzione Investigativa Antimafia, la città è diventata terreno fertile per soggetti legati a ‘ndrangheta e camorra, che:

  • Investono in ristorazione, edilizia, logistica e sport
  • Utilizzano società cartiere e fatture false per riciclare denaro
  • Offrono “servizi” a imprenditori in crisi: prestiti usurari, recupero crediti “alternativo”, evasione fiscale strutturata

Il tutto con l’apparenza della legalità, grazie alla complicità di professionisti, notai e consulenti fiscali.

🧾 Il caso “Pizzartist” e lo “sceicco” calabrese

Tra i nomi emersi nell’inchiesta della Guardia di Finanza figura Omar Mohamed, imprenditore 39enne di origine calabrese soprannominato “lo sceicco”. Secondo gli inquirenti, avrebbe riciclato denaro della ‘ndrangheta e della camorra investendolo in:

  • Locali di ristorazione nel centro di Bologna
  • Impianti sportivi nel parco del DLF
  • Auto di lusso acquistate con fondi illeciti

Mohamed è attualmente indagato per riciclaggio, usura e sfruttamento della prostituzione, aggravati dal metodo mafioso.

🧠 Strategie invisibili

L’assenza di violenza visibile rende difficile percepire il pericolo. Come sottolinea Andrea Giagnorio di Libera Bologna, “le mafie oggi collaborano tra loro e agiscono in modo silenzioso ma pervasivo”. La cittadinanza spesso non riconosce i segnali, e le istituzioni faticano a intervenire in assenza di reati manifesti.

🛡️ La risposta civile

L’associazione Libera ha denunciato pubblicamente queste infiltrazioni, ma ha subito intimidazioni legali da parte di società citate in un video-inchiesta, che hanno persino diffidato i Comuni che ne promuovevano la proiezione. Un segnale preoccupante per la libertà di stampa e il diritto all’informazione.


Conclusione – Le mafie a Bologna non sparano, ma investono. Non minacciano, ma acquisiscono. E proprio per questo sono più pericolose: perché si confondono con l’economia legale, alterano la concorrenza e consolidano il proprio potere senza clamore. La sfida è culturale, prima ancora che giudiziaria.

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