06:40-01/07/25 Il presunto movente dell’omicidio di Luca Monaldi e Luca Gombi da parte del loro coinquilino Gennaro Maffia sembra ruotare attorno a una combinazione di rancori personali, tensioni abitative e disagio psicologico, secondo quanto emerso dalle indagini.
🏠 Tensioni per la casa e lo sfratto imminente
- La coppia aveva deciso di vendere l’appartamento in cui vivevano con Maffia, per trasferirsi in campagna.
- Maffia, che occupava una stanza, non voleva lasciare l’abitazione e temeva di restare senza alloggio, soprattutto perché sperava di far arrivare la moglie dal Venezuela.
- Nonostante gli fosse stata offerta una buonuscita di 20.000 euro, la situazione si era fatta tesa: Maffia aveva denunciato la coppia per aver cambiato la serratura e lamentava dispetti e ammanchi di denaro.
🔥 Rancori e minacce
- Nei giorni precedenti al delitto, Maffia si era recato in banca e avrebbe detto al direttore:
“Gliela faccio pagare”.
- Aveva anche presentato denunce contro i coinquilini, accusandoli di aver clonato le sue carte e di averlo escluso dalla gestione della casa.
❗ Ipotesi passionale
- Alcuni esperti, come l’ex ufficiale Piera Vitali, hanno suggerito che la violenza estrema del delitto (uno sgozzato, l’altro eviscerato) potrebbe indicare un movente passionale o emotivo, legato a gelosie, rancori profondi o disagio relazionale.
- L’uso del coltello e la brutalità dell’aggressione sarebbero compatibili con una colluttazione esplosa per motivi personali, non solo pratici.
📍 In sintesi, il movente potrebbe essere una miscela di disperazione per lo sfratto imminente, rancori accumulati nella convivenza e un possibile disagio psichico. Le indagini proseguono per chiarire se l’aggressione sia stata premeditata o frutto di un’esplosione improvvisa di rabbia.