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CHI SONO LE 7 PERSONE SPIATI sui cellulari dei giornalisti Tra questi anche D'Agostino

16:05-19/06/25 

Le sette persone i cui telefoni sono oggetto di accertamenti tecnici irripetibili nell’ambito dell’inchiesta sul caso Paragon sono:

  1. Roberto D’Agostino – fondatore del sito Dagospia
  2. Eva Vlaardingerbroek – giornalista
  3. Francesco Cancellato – direttore di Fanpage
  4. Ciro Pellegrino – giornalista di Fanpage
  5. Luca Casarini – attivista di Mediterranea Saving Humans
  6. Giuseppe Caccia – attivista di Mediterranea
  7. Don Mattia Ferrari – sacerdote e attivista di Mediterranea

Tutti e sette risultano parti lese nell’indagine condotta dalle Procure di Roma e Napoli, che ipotizzano l’uso illecito dello spyware Graphite, sviluppato dalla società israeliana Paragon Solutions, per intercettare comunicazioni senza autorizzazione giudiziaria.



 Il caso Paragon si sta rivelando uno dei più gravi scandali di sorveglianza illegale in Italia degli ultimi anni. La Procura di Roma, in coordinamento con quella di Napoli, ha disposto accertamenti tecnici irripetibili sui telefoni cellulari di sette persone che sarebbero state intercettate senza alcuna autorizzazione legale.


Chi sono le persone coinvolte

Tra le parti lese figurano:

  • Roberto D’Agostino, fondatore di Dagospia
  • I giornalisti Eva Vlaardingerbroek, Francesco Cancellato (direttore di Fanpage) e Ciro Pellegrino
  • Gli attivisti di Mediterranea Saving Humans Luca Casarini, Giuseppe Caccia e don Mattia Ferrari




Il software sotto accusa

Al centro dell’inchiesta c’è Graphite, uno spyware sviluppato dalla società israeliana Paragon Solutions, capace di penetrare anche dispositivi criptati. Il software sarebbe stato utilizzato da servizi segreti italiani per monitorare giornalisti e attivisti, senza motivazioni chiare e senza autorizzazioni giudiziarie.

Le accuse

L’indagine procede contro ignoti per:

  • Accesso abusivo a sistema informatico
  • Intercettazione illecita di comunicazioni
  • Installazione abusiva di apparecchiature di sorveglianza


Le reazioni

L’Ordine dei Giornalisti e la Federazione Nazionale della Stampa Italiana si sono costituiti parte civile e hanno chiesto chiarezza: “Quanti sono realmente i giornalisti spiati? Da chi? E perché?”. Anche il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, ha definito la vicenda “gravissima”, parlando di un possibile “Italian Watergate”.

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