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Bologna, ricostruiamo la giornata della fuga di Andrea Cavallari, basato sulle fonti ufficiali disponibili

Andrea Cavallari, la fuga dopo la laurea: la ricostruzione di una giornata che scuote la giustizia italiana

15:30-08/07/25 

BOLOGNA – Giovedì 3 luglio 2025 doveva essere il giorno del riscatto per Andrea Cavallari, 26 anni, detenuto presso il carcere della Dozza e condannato per la strage di Corinaldo. Invece, si è trasformato in un caso giudiziario nazionale. Dopo aver discusso la tesi di laurea in Giurisprudenza all’Università di Bologna, Cavallari è scomparso, facendo perdere le proprie tracce e aprendo un fascicolo per evasione.

🕒 La cronologia della giornata

  • Ore 7:30 – Cavallari lascia il carcere della Dozza, accompagnato esclusivamente dai familiari, in virtù di un permesso premio concesso dal Tribunale di Sorveglianza per meriti scolastici. Nessuna scorta della polizia penitenziaria è prevista.
  • Ore 9:00 – Presso Palazzo Malvezzi, sede distaccata dell’Università di Bologna, discute la tesi in Scienze giuridiche – Consulenza del lavoro e relazioni aziendali. La proclamazione avviene regolarmente, tra applausi e foto di rito.
  • Ore 12:00 circa – Cavallari si reca con la madre, il patrigno, la nonna e – secondo alcune fonti – la fidanzata, in un ristorante del centro storico, “The Man and the Sea”, per un pranzo celebrativo.
  • Ore 15:30 – Terminato il pranzo, Cavallari si allontana da solo, dicendo di voler incontrare la fidanzata. I familiari lo salutano all’angolo della via. Da quel momento, nessuno lo rivedrà più.
  • Ore 18:00 – Scade il termine per il rientro in carcere. Cavallari non si presenta alla Dozza.
  • Ore 6:00 del 4 luglio – Trascorse le 12 ore previste dalla normativa, la Polizia Penitenziaria segnala l’assenza alla Procura di Bologna, che apre un fascicolo per evasione.

Un permesso senza sorveglianza

Il permesso era stato concesso come beneficio trattamentale, ritenuto un segnale di reinserimento. Tuttavia, la decisione di non prevedere alcuna scorta ha sollevato forti polemiche. Il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria ha chiesto una relazione urgente per chiarire le modalità di sorveglianza.





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