Prato, 6 giugno 2025 – Un episodio di violenza estrema ha scosso il carcere “La Dogaia” di Prato, dove il detenuto Vasile Frumuzache, 32 anni, reo confesso dei femminicidi di Ana Maria Andrei e Denisa Maria Adas, è stato gravemente ustionato da un altro recluso. L’aggressione è avvenuta poche ore dopo il suo ingresso nella struttura penitenziaria, nonostante le direttive della procura che imponevano misure di protezione rafforzata.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, un altro detenuto – parente di una delle vittime – ha potuto avvicinarsi indisturbato a Frumuzache e gli ha versato addosso un pentolino di olio bollente mescolato con zucchero, colpendolo al volto e agli arti. L’aggressione ha causato ustioni di primo e secondo grado, con una prognosi iniziale di 15 giorni. Frumuzache è stato trasportato d’urgenza all’ospedale Santo Stefano di Prato e successivamente posto in isolamento protettivo.
La Procura di Prato, guidata dal procuratore Luca Tescaroli, ha aperto un’inchiesta per accertare le responsabilità dell’accaduto. Sono stati iscritti nel registro degli indagati tre agenti penitenziari:
I reati ipotizzati sono rifiuto di atti d’ufficio e lesioni colpose. Secondo l’accusa, gli agenti non avrebbero applicato le direttive impartite dalla procura per garantire la sicurezza del detenuto, permettendo così all’aggressore di agire “del tutto indisturbato”.
L’episodio si inserisce in un contesto già critico: nello stesso periodo, nel carcere di Prato è stata avviata una vasta operazione di controllo contro l’introduzione di telefoni cellulari e droga nei reparti di Alta e Media Sicurezza, dove sono detenuti anche soggetti coinvolti in reati mafiosi.Il procuratore Tescaroli ha definito l’aggressione “di particolare gravità”, sottolineando che “non si è riusciti ad assicurare il richiesto controllo e protezione nei confronti di Frumuzache, poche ore dopo il suo ingresso in carcere”.
Il caso solleva interrogativi profondi sul bilanciamento tra giustizia e diritti umani. Anche chi ha commesso crimini efferati ha diritto a essere protetto da violenze e trattato con dignità, come previsto dalla Costituzione e dalle convenzioni internazionali. La mancata tutela di Frumuzache rappresenta un fallimento non solo operativo, ma anche etico e istituzionale.
La confessione di Vasile Frumuzache, la guardia giurata romena di 32 anni, accusata dell’omicidio di Maria Denisa Adas, presenta diversi punti oscuri che non convincono gli inquirenti.
PRATO – 22 Maggio 09:30 Nuovi sviluppi nell'inchiesta sulla misteriosa scomparsa di Maria Denisa Adas, la giovane trentenne di origine romena svanita nel nulla tra il 15 e il 16 maggio. La madre della ragazza, residente a Roma, è stata iscritta nel registro degli indagati con l'accusa di false informazioni rese al pubblico ministero.La Procura di Prato ha disposto una perquisizione e il sequestro di documenti presso l'abitazione della donna, con l'obiettivo di verificare eventuali elementi utili a chiarire il quadro investigativo. L'operazione è stata condotta dai Carabinieri e ha alimentato nuovi interrogativi sulla reale dinamica della vicenda.
In un primo momento, gli inquirenti avevano preso in considerazione la pista dell'omicidio, ma ora prende sempre più corpo l'ipotesi di un rapimento a scopo di sfruttamento sessuale. Secondo alcune testimonianze e analisi degli investigatori, Denisa potrebbe essere stata sequestrata da un gruppo di connazionali romeni legati a un'organizzazione criminale.Emergerebbe inoltre il possibile coinvolgimento di un professionista italiano, identificato come un avvocato, che avrebbe avuto contatti con la madre della giovane. Quest'ultima, secondo fonti vicine alle indagini, sarebbe stata rassicurata sulla possibilità che la figlia sia ancora viva.
Maria Denisa Adas, residente a Roma, si trovava a Prato per motivi di lavoro. Aveva prenotato una stanza in un residence di via Ferrucci, dove sarebbe stata vista l'ultima volta. La madre, preoccupata per la sua assenza, ha denunciato la scomparsa della figlia, inizialmente ipotizzando un rapimento.Tuttavia, nel corso degli interrogatori, le dichiarazioni della donna hanno suscitato perplessità tra gli investigatori, portando alla sua iscrizione nel registro degli indagati. Non è ancora chiaro se abbia volontariamente occultato informazioni o se sia stata manipolata da soggetti terzi.
Le ricerche di Denisa continuano senza sosta. Gli uomini della Protezione Civile hanno individuato sei punti strategici sulla mappa topografica di Prato, in particolare nell'area boschiva vicino al residence dove alloggiava la giovane.Fino ad ora, però, non sono stati trovati elementi decisivi che possano confermare il luogo in cui si trovi Denisa o l'eventuale coinvolgimento della madre in un disegno più ampio.
Mentre la comunità di Prato segue con apprensione gli sviluppi del caso, la Procura continua a lavorare per ricostruire gli ultimi movimenti della giovane e verificare il possibile coinvolgimento di una rete criminale. Il giallo della scomparsa di Maria Denisa Adas resta ancora irrisolto, ma le indagini potrebbero presto fornire risposte cruciali.