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Il Viagra può salvare la vita ai cani, Il principio attivo un salvavita per i cani che soffrono..

La medicina veterinaria si arricchisce di una scoperta inaspettata: il sildenafil, il principio attivo del celebre Viagra, si sta rivelando un valido alleato contro il megaesofago, una patologia che, in assenza di terapie efficaci, spesso condanna i cani a un decorso fatale per malnutrizione e polmoniti da aspirazione.
Una patologia debilitante
Il megaesofago è un disturbo caratterizzato dalla riduzione o perdita della motilità dell'esofago. In pratica, il muscolo che normalmente spinge il cibo verso lo stomaco perde di funzionalità, causando una dilatazione dell'organo che porta a rigurgiti frequenti. Questi rigurgiti comportano il rischio di inalazione di cibo e liquidi nei polmoni, sfociando in polmoniti, mentre la malnutrizione si instaura man mano che i nutrienti non raggiungono l'apparato digerente.
Il meccanismo d’azione del sildenafil
Tradizionalmente noto per il trattamento delle disfunzioni erettili, il sildenafil agisce rilassando la muscolatura liscia. Nel contesto del megaesofago, il farmaco permette l’apertura temporanea dello sfintere esofageo inferiore, facilitando il passaggio del cibo nello stomaco. Gli studi condotti su un gruppo di cani hanno evidenziato che, se somministrato pochi minuti prima del pasto, il sildenafil mantiene lo sfintere aperto per un intervallo che varia da 20 minuti fino a un’ora. Tale effetto riduce significativamente i rigurgiti, il sintomo principale che, in assenza di interventi, porta spesso a esiti fatali.
I risultati della ricerca
Un team di ricercatori della Washington State University, guidato dalla dottoressa Jillian Haines, ha sperimentato il trattamento su un piccolo campione di cani affetti da megaesofago. I risultati sono stati promettenti: oltre alla riduzione dei rigurgiti, gli animali hanno mostrato un miglioramento nella capacità di nutrirsi e, di conseguenza, nel recupero del peso corporeo. Gli effetti collaterali sono risultati minimi, il che rende il sildenafil una potenziale svolta per una condizione finora priva di terapie specifiche.
“In letteratura non esistevano farmaci mirati per il megaesofago; il sildenafil è il primo in grado di agire su meccanismi chiave della malattia, limitando il rigurgito che, alla fine, rappresenta la causa principale di decesso in questi animali”, spiega la dottoressa Haines.

Implicazioni e prospettive future
La possibilità di usare un farmaco già noto e largamente somministrato per scopi del tutto diversi ha entusiasmato numerosi veterinari. Con l’aumentare degli interventi di pet therapy e della ricerca in medicina veterinaria, il sildenafil potrebbe presto diventare parte integrante del protocollo terapeutico contro il megaesofago. Inoltre, i ricercatori stanno esaminando se il farmaco possa avere applicazioni anche per altre patologie caratterizzate da una compromissione della motilità degli organi interni.
L’adozione di questa terapia, oltre a migliorare la qualità della vita dei cani affetti, potrebbe ridurre notevolmente il numero di decessi dovuti a complicanze secondarie, offrendo ai proprietari una speranza concreta di gestione della malattia.

Questa scoperta non soltanto illumina un nuovo cammino nel trattamento di una condizione finora difficile da affrontare, ma rappresenta anche un esempio di come ricerche innovative possano riutilizzare farmaci noti per scopi terapeutici inaspettati. Nei prossimi mesi, ulteriori studi e un’eventuale validazione clinica potranno confermare l’efficacia del sildenafil e consolidare il suo ruolo come “salvavita” nella medicina veterinaria.
Se desideri approfondire altri aspetti delle applicazioni terapeutiche del sildenafil nel mondo animale o conoscere altre novità nel trattamento delle patologie veterinarie, rimani aggiornato sulle prossime pubblicazioni scientifiche in questo campo.


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