Ornella Vanoni ha partecipato al Salone del Libro di Torino, dove ha presentato il suo nuovo libro Vincente o perdente, scritto in collaborazione con il cantautore Pacifico e pubblicato da La Nave di Teseo. Durante l’evento, ha condiviso riflessioni profonde sulla vita, la morte e la salute mentale, mostrando ancora una volta la sua schiettezza e autenticità.La riflessione sulla morteVanoni ha affrontato il tema della morte con grande lucidità, dichiarando: «Non so se arrivo a Natale. Alla mia età si deve pensare alla morte come vicina, senza ansia». Ha sottolineato come la morte faccia parte della vita e non debba essere considerata un tabù, specialmente per chi ha raggiunto una certa età. La sua visione diretta e senza filtri ha colpito il pubblico, che ha percepito la sua saggezza e la sua accettazione della vita e della sua fine naturale.Salute mentale e psicofarmaciUn altro tema centrale del suo intervento è stato quello della salute mentale. Vanoni ha rivelato che il suo libro rappresenta un viaggio di auto-scoperta, affermando: «Prima non mi conoscevo». Ha parlato apertamente delle sue esperienze, descrivendo il palcoscenico come un luogo di vulnerabilità: «Salire sul palco è come mettersi in mutande davanti al pubblico».Ha anche lanciato un messaggio forte riguardo all’importanza di prendersi cura della propria salute mentale, esortando il pubblico a non trascurare l’uso di psicofarmaci se questi possono migliorare la qualità della vita: «Guai a non prendere gli psicofarmaci, se li usate e state bene: non smettete, terminate la cura, sennò non guarirete».La sua visione della vita e dell’amoreVanoni ha anche condiviso le sue riflessioni sulla vita e sull’amore. Con un tono sincero e diretto, ha affermato: «Buttatevi. E come va, va», invitando il pubblico a vivere l’amore senza riserve. Ha parlato della sua esperienza personale, dicendo di non amare fare bilanci, poiché la vita è stata un insieme di momenti felici e tristi, di fortuna e sfortuna.Un libro tra fragilità e determinazioneIl libro Vincente o perdente non è una classica autobiografia, ma un diario sentimentale che racconta la fragilità e la forza che hanno reso Vanoni un’icona per generazioni diverse. L’opera mette a nudo le sue vulnerabilità, raccogliendole in un racconto che intreccia delicatezza e determinazione.