Il magistrato Luca Tescaroli, procuratore capo di Prato, ha recentemente evidenziato la crescente influenza della mafia cinese in Italia, sottolineando le sue connessioni con la camorra e la 'ndrangheta. Secondo Tescaroli, la criminalità organizzata cinese ha rafforzato la sua presenza nel paese, operando nel traffico di droga, nel mercato del falso e nel riciclaggio di denaro.
La mafia cinese ha stabilito alleanze strategiche con le mafie italiane, in particolare con la 'ndrangheta calabrese e la camorra napoletana, oltre a gruppi criminali albanesi. Queste collaborazioni permettono un controllo più ampio del traffico di stupefacenti e della distribuzione di prodotti contraffatti, con un giro d'affari stimato in oltre 5 miliardi di euro.
Tescaroli ha anche denunciato il rischio di infiltrazioni nelle istituzioni, citando il caso di un colonnello dei carabinieri arrestato per collusione con la mafia cinese a Prato. Inoltre, ha sottolineato la necessità di istituire una Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) a Prato, per contrastare in modo più efficace questa minaccia.
Il magistrato ha proposto nuove norme per favorire il pentitismo tra i membri della mafia cinese, evidenziando che le attuali leggi italiane proteggono solo i collaboratori di giustizia italiani, lasciando scoperti quelli di origine straniera.