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L'addestramento dell' IA richiede tantissima acqua.Troppa

L'intelligenza artificiale, in particolare i Large Language Models (LLM), sta rivoluzionando il mondo, ma il suo impatto energetico è una sfida crescente. Secondo l'International Energy Agency (IEA), i data center, l'AI e le criptovalute rappresentano già il 2% della domanda globale di elettricità, con una previsione di raddoppio entro il 2026.Consumi energetici e impatto ambientale

  • L'addestramento di un LLM richiede enormi quantità di energia, con l'inferenza che rappresenta l'80% del consumo totale.
  • L'AI potrebbe aumentare la domanda di elettricità fino a dieci volte rispetto ai motori di ricerca tradizionali.
  • I data center operano 24/7, spesso alimentati da fonti non rinnovabili.

Soluzioni per la sostenibilità

  • Ottimizzazione dei modelli: Ridurre la complessità degli algoritmi per diminuire il consumo energetico.
  • Uso di energie rinnovabili: Alcune aziende stanno investendo in data center alimentati da energia solare e eolica.
  • AI per la sostenibilità: L'AI può aiutare a prevedere eventi climatici, ottimizzare le reti energetiche e ridurre le emissioni.

Il futuro dell'AI dipenderà da scelte strategiche che bilancino innovazione e sostenibilità


Quanta acqua serve per l'addestramento dell'intelligenza artificiale?

Sempre di acqua e tecnologia parla Marco Barra Caracciolo, presidente e amministratore delegato di Bludigit, spa del Gruppo Italgas, spiegando che, a breve, ne serviranno circa 6miliardi di litri per addestrare tutti i sistemi di intelligenza artificiale generativa - la stessa IA, a sua volta, che potrebbe essere impiegata "per regolare in maniera automatica i sistemi di accensione e raffreddamento dei grandi edifici delle nostre città, abbattendo i consumi del 10-15%”, come dice Epifani.Articoli più letti

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Numeri impressionanti se si guarda al caso italiano, dove la rete delle acque pubbliche disperde circa la metà delle risorse. E dove è sempre presente il tema della siccità, che spaventa principalmente cittadini e lavoratori del sud. Soprattutto gli agricoltori, che afferiscono al settore che consuma più acqua: “Usare dei sensori digitali che regolano automaticamente l'acqua di un raccolto aiuterebbe a risparmiare circa la metà delle risorse idriche usate in ambito agricolo”, dice Caracciolo. Ecco, insomma, cos'è la sostenibilità digitale: studiare le emissioni delle tecnologie non come fenomeno in sé ma in rapporto a quanto ci fanno risparmiare in termini economici e di impatto ambientale.

Sostenibilità: un tema passato in secondo piano

Ma è difficile far passare questo messaggio: secondo l’Osservatorio, quasi un italiano su quattro non crede che il digitale sia utile a perseguire gli obiettivi di sostenibilità. Anzi: un italiano su otto pensa che il digitale provocherà problemi ambientali. La stessa cifra crede che la tecnologia sia causa della perdita di posti di lavoro, ingiustizia sociale, diseguaglianze.

Le difficoltà derivano anche dal periodo storico: negli ultimi cinque anni la percezione dell’urgenza di problemi come inquinamento e cambiamento climatico è precipitata. Le cause sono note: la pandemia da Covid19, l’inizio del conflitto in Ucraina e la crisi economica hanno presto assunto un ruolo di primo piano rispetto all’attenzione per l’ambiente, non solo per la cittadinanza intervistata - basti pensare che la premier Giorgia Meloni ipotizza la sospensione del Green deal europeo per affrontare i dazi statunitensi.Ma la sostenibilità è un tema tutt’altro che slegato da questi episodi: perché pandemie, guerre e commercio hannp un impatto sul territorio, così come lo sviluppo e l'uso delle tecnologie digitali, a loro volta essenziali per la costruzione di un futuro sostenibile.Per capirlo meglio, serve parlare di sostenibilità anche a scuola: “Nel Nord Europa la sostenibilità è parte del programma didattico alle scuole elementari e medie. In Italia, questo tipo di insegnamento è riservato all’iniziativa individuale dei docenti, che tuttavia troppo spesso adottano un approccio di tipo ambientalista che esclude il ruolo delle tecnologie. Ma la sostenibilità è un compromesso, una ricerca di quell'equilibrio che porti benefici ad ambiente, economia e società, e il digitale non può non esserne parte”, conclude Epifani.

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