Mezzi pochi, uomini ancora meno: ecco perché si parla di leva
Dal 1990 a oggi, in tutta Europa si è assistito a un drastico calo degli effettivi nelle forze armate. La conseguenza? Meno uomini a disposizione, meno prontezza in caso di emergenza. Ed è qui che torna in gioco la leva.
La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha presentato un piano articolato in 5 punti per rafforzare la difesa comune. Ma l’unica certezza, per ora, è che mancano risorse — e soprattutto personale.
I Paesi dove si torna davvero alla leva
Lituania: leva reintrodotta nel 2024
Lettonia: tornata obbligatoria dal 2023
Svezia: in vigore dal 2017
Polonia: piano in fase avanzata, Tusk vuole che ogni maschio adulto sia addestrato
Germania: forte pressione politica per ripristinare la coscrizione già quest’anno
Francia: il 61% dei cittadini è favorevole
Regno Unito: nessun piano concreto, ma il governo non esclude decisioni drastiche
Italia: la leva è sospesa (non abolita), e una proposta della Lega chiede di reintrodurla
Un nuovo concetto di servizio militare: meno caserme, più formazione civica
Non si parla solo di guerra. La “nuova leva” di cui si discute in Europa avrebbe anche un forte valore civile: preparazione alle emergenze, gestione di disastri naturali, interventi rapidi in caso di crisi. In sostanza, un esercito di cittadini formati. E non mancano le proposte per incentivare la partecipazione:
Riconoscimento economico del servizio
Benefici pensionistici
Formazione utile anche nella vita civile
Secondo l’esperto Manuel Gazapo, serve una leva moderna, flessibile, capace di adattarsi alle nuove minacce globali, non solo quelle militari.
E in Italia, cosa accadrà?
La leva è stata sospesa nel 2005, ma non abolita. Potrebbe essere riattivata in caso di guerra, carenza di personale volontario o gravi crisi internazionali. Il ministro Crosetto si mostra freddo, ma il dibattito è aperto. Matteo Salvini ha presentato una proposta per un servizio militare e civile obbligatorio, e c’è chi, nel governo, inizia a pensarci seriamente.
Il punto finale: il clima è cambiato. E anche l’Europa
Non è solo una questione militare. È un cambio di mentalità. L’Europa si sta preparando a uno scenario diverso, dove la sicurezza non è più data per scontata.