Si tratta di una delle più potenti e violente organizzazioni del traffico internazionale, che è accusata di distribuire negli Usa il fentanyl, una droga sintetica con effetti devastanti sui consumatori
Il violento cartello di narcotrafficanti messicani di Sinaloa è stato decapitato con l'arresto di Ismael "El Mayo" Zambada e di uno dei figli del "Chapo", Joaquín Guzman López, avvenuto in Texas. In particolare il primo, che ha varie accuse negli Stati Uniti, era ricercato da decenni. A febbraio era stato accusato nel distretto orientale di New York di aver cospirato per produrre e distribuire il fentanyl, la più grave piaga che colpisce i consumatori di droghe sintetiche negli Usa. I pubblici ministeri hanno affermato che continuava a guidare il cartello di Sinaloa, "una delle organizzazioni di traffico di droga più violente e potenti al mondo", insieme al figlio del noto narcotrafficante finito agli arresti.
Il governo degli Stati Uniti aveva offerto una ricompensa (fino a 15 milioni di dollari) per informazioni che portassero alla cattura di Zambada, che sfuggiva alle autorità da decenni. "Il fentanyl è la minaccia farmaceutica più mortale che il nostro Paese abbia mai affrontato e il Dipartimento di Giustizia non si fermerà finché ogni singolo leader, membro e associato del cartello responsabile dell'avvelenamento delle nostre comunità non sarà ritenuto responsabile", ha affermato il procuratore generale Merrick Garland in una nota. Le autorità messicane non hanno commentato immediatamente gli arresti.
Ecco un articolo approfondito su “El Mayo”, la figura enigmatica e strategica che ha segnato la storia del cartello di Sinaloa:“El Mayo” Zambada: Il Boss Vecchio Stile del Cartello di SinaloaIsmael “El Mayo” Zambada è da decenni una figura chiave del narcotraffico messicano. Considerato uno dei capi più longevi e intelligenti, è noto per il suo approccio pragmatico e controllato, che lo ha portato a essere il braccio destro di figure più vistose come “El Chapo” Guzmán – il quale, pur essendo divenuto un’icona globale, fu condannato all’ergastolo negli Stati Uniti nel 2019.Le Radici del PotereSi narra che Zambada abbia iniziato la sua carriera criminale come sicario negli anni ’70, immergendosi in un mondo in continua evoluzione e dominato da alleanze e rivalità. Durante i primi anni ’90 operava nel cartello di Juárez, dove trasportava tonnellate di cocaina e marijuana, guadagnandosi la fiducia dei trafficanti colombiani e consolidando il proprio ruolo in un sistema articolato e dinamico. Questa esperienza gli ha permesso di sviluppare una rete di contatti e alleanze che, nel tempo, lo hanno spinto al vertice del cartello di Sinaloa.Il Boss Vecchio Stile a differenza dei nuovi leader del narcotraffico, noti per uno stile di vita appariscente e violenze gratuite – decapitazioni, smembramenti, scuoiature – “El Mayo” Zambada ha sempre preferito concentrarsi sugli aspetti commerciali del traffico.Questo approccio “vecchio stile” lo ha portato a gestire le operazioni quotidiane con freddezza e strategia, cercando di evitare attenzioni eccessive da parte delle forze dell’ordine. Pur combattendo i rivali, ha, in larga parte, evitato il ricorso a metodologie brutali che avrebbero potuto compromettere il funzionamento del suo impero. La sua capacità di mantenere un basso profilo pur gestendo traffici multimilionari ne ha fatto una figura rispettata e temuta all’interno del panorama criminale.La Generosità che Consolida il PotereUn altro aspetto che ha contribuito alla longevità e alla stabilità del potere di Zambada è la sua capacità di guadagnarsi il favore delle popolazioni locali. Si racconta che nelle regioni di Sinaloa e della vicina Durango, in particolare nella sua città natale di El Alamo, “El Mayo” abbia distribuito denaro, birra e sponsorizzato gli agricoltori locali. Queste iniziative di apparente generosità hanno cementato il suo potere, facendo sì che la gente del posto lo percepisca come una figura quasi paterna, in grado di “proteggere” e migliorare le condizioni della comunità.Vulnerabilità e Umana ConsapevolezzaNonostante l’immagine spesso impenetrabile e autoritaria, anche un boss del calibro di “El Mayo” ha affrontato momenti di vulnerabilità. In un’intervista ad aprile 2010 con la rivista messicana Proceso, Zambada espresse apertamente il suo terrore di finire in carcere, tanto da affermare:“Ho il terrore di essere incarcerato.
Mi piacerebbe pensare che, se mi catturassero, mi ucciderei.”Questa confessione ha rivelato un lato umano e inaspettato del boss, dimostrando che, nonostante la sua figura imponente e il potere esercitato, la paura di perdere la libertà era un pensiero costante nella sua vita. L’intervista, sebbene sorprendente per chi conosceva solo l’immagine dura di Zambada, ha offerto uno spaccato della realtà interiore di chi vive sotto la costante minaccia della prigione.La Partnership con “El Chapo” e il Consolidamento del CartelloLa collaborazione tra “El Mayo” Zambada ed “El Chapo” Guzmán ha rappresentato un punto di svolta per il cartello di Sinaloa. Mentre “El Chapo” attirava l’attenzione mediatica e il clamore internazionale, fu proprio la capacità manageriale e discreta di Zambada a garantire che le operazioni continuassero senza intoppi. Questa sinergia ha permesso al cartello di affrontare le sfide operative e di mantenere il controllo del mercato, nonostante le frequenti battaglie interne e le pressioni delle autorità.Negli ultimi anni, però, il contesto si è fatto più complesso: i figli di “El Chapo”, noti come i “Chapitos”, hanno iniziato a prendere il sopravvento in alcuni settori, distinguendosi per la loro violenza e per una presenza più appariscente. Al contempo, anche all’interno della cerchia di Zambada si sono registrati arresti di figure di rilievo, tra cui uno dei suoi figli, dimostrando come il mondo dei cartelli sia in continua trasformazione.
L’ex capo delle operazioni internazionali della DEA, Mike Vigil, ha sottolineato come l’arresto di Zambada, pur essendo un colpo simbolico per le autorità, difficilmente avrà un impatto rilevante sul flusso di droga verso gli Stati Uniti, poiché altri leader sono già pronti a subentrare.ConclusioniLa figura di “El Mayo” Zambada incarna una tradizione di leadership nel mondo della criminalità organizzata che si fonda su una gestione fredda, calcolata e meno spettacolare rispetto ai nuovi modelli di narcotrafficanti. La sua capacità di coniugare operazioni commerciali efficienti, relazioni strategiche e una certa generosità locale lo ha reso un punto di riferimento per decenni nel cartello di Sinaloa.L’evoluzione del narcotraffico messicano, segnato dalle rivalità tra vecchie e nuove leve, lascia interrogativi sul futuro: mentre le nuove generazioni si affidano a metodi più violenti e appariscenti,
“El Mayo” rimane il simbolo di un’epoca in cui il potere era gestito con discrezione e pragmatismo. Rimane da vedere se il sistema, ormai radicato in un lungo percorso fatto di alleanze e tradimenti, saprà adattarsi ai cambiamenti in atto o se l’arresto di figure come Zambada segnerà un vero punto di svolta nel complesso panorama del narcotraffico messicano.Spero che questo approfondimento ti offra una visione completa della figura di “El Mayo” Zambada e del suo ruolo nel panorama del narcotraffico.
26 Lug 2024 - 10:02. Aggiornato 14 Maggio 2025