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Polizia di Stato: violato protocolli operativi può avere conseguenze disciplinari

14:15-19/06/25  L’inchiesta interna avviata dalla Polizia di Stato nasce da una serie di presunte omissioni procedurali che potrebbero aver avuto un ruolo cruciale nel tragico epilogo del caso di Villa Pamphili. Ecco un approfondimento su cosa comporta e come si sviluppa questo tipo di indagine:

1. Cos’è un’inchiesta interna disciplinare

Si tratta di un procedimento avviato dall’amministrazione stessa, in questo caso dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza, per verificare se alcuni agenti abbiano violato protocolli operativi, ignorato segnalazioni o agito con negligenza. Non è un procedimento penale, ma può avere conseguenze disciplinari: ammonimenti, sospensioni o, nei casi più gravi, la destituzione.

2. Il contesto specifico

Nel caso di Villa Pamphili, l’inchiesta mira a chiarire perché, nonostante almeno tre interventi precedenti (tra il 20 maggio e il 5 giugno), gli agenti non abbiano identificato correttamente Francis Kaufmann e Anastasia, nonostante comportamenti violenti e segnalazioni da parte di cittadini. Si indaga se sia stato ignorato il Codice Rosso, che impone interventi tempestivi in caso di pericolo per donne e minori.

3. Chi conduce l’inchiesta

L’indagine è affidata a funzionari dell’Ufficio Affari Interni o a ispettori nominati dal Capo della Polizia, in questo caso Vittorio Pisani, in collaborazione con il Questore di Roma, Roberto Massucci. Gli agenti coinvolti vengono ascoltati, si analizzano i verbali, le registrazioni radio e le relazioni di servizio.

4. Possibili esiti

Se vengono accertate responsabilità, si può procedere con:

  • Sanzioni disciplinari (richiamo, sospensione, trasferimento)
  • Segnalazione alla Procura se emergono profili penali (es. omissione d’atti d’ufficio)
  • Revisione dei protocolli operativi per evitare casi simili in futuro

5. Impatto sull’opinione pubblica

Questo tipo di inchiesta ha anche un valore simbolico: serve a ristabilire la fiducia tra cittadini e istituzioni, dimostrando che anche le forze dell’ordine sono soggette a controllo e responsabilità



13:56-18/06/25 Il caso di Villa Pamphili si arricchisce di un nuovo capitolo delicato: la Polizia di Stato ha avviato un’inchiesta interna per verificare possibili negligenze da parte di alcuni agenti che, in almeno tre occasioni, avrebbero omesso di identificare la coppia coinvolta nel tragico epilogo del 7 giugno, quando una donna e la sua bambina sono state trovate morte nel parco romano.

Le mancate identificazioni

  • 20 maggio: la coppia viene fermata a Via Giulia. L’uomo è ubriaco e strattona la donna, che tiene in braccio la bambina. Nonostante la situazione da “Codice Rosso”, gli agenti non procedono all’identificazione completa.
  • Stessa giornata: un secondo intervento, sempre con l’uomo in stato di alterazione, viene archiviato come semplice ubriachezza.
  • 5 giugno: l’uomo viene nuovamente fermato, stavolta con la bambina che piange. Anche in questo caso, nessun controllo approfondito.

Le vittime e l’indagato

Le due vittime sarebbero Anastasia, una 30enne russa, e la piccola Andromeda. Il presunto responsabile, Francis Kaufmann (alias Rexal Ford), è stato fermato in Grecia. Ha rifiutato l’estradizione, insultando le autorità italiane.

Le conseguenze

Il capo della Polizia Vittorio Pisani e il questore di Roma Roberto Massucci stanno valutando eventuali provvedimenti disciplinari. L’inchiesta interna mira a chiarire se ci siano state omissioni procedurali e se il “Codice Rosso” sia stato ignorato.

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