Il 21 novembre 1994, la Polizia di Stato arrestò Roberto Savi, assistente capo in servizio presso la Questura di Bologna. L'operazione segnò l'inizio della cattura dei membri della Banda della Uno Bianca, che per sette anni aveva terrorizzato l'Emilia-Romagna e le Marche con rapine e omicidi.
Ruolo di Roberto Savi nella banda
Roberto Savi era considerato la mente strategica del gruppo. Grazie alla sua posizione all'interno della centrale operativa della Questura, poteva accedere a informazioni riservate sugli interventi delle forze dell’ordine, facilitando le operazioni della banda e garantendo la fuga dopo i crimini. Inoltre, coordinava le azioni dei suoi fratelli Fabio e Alberto Savi, entrambi coinvolti nelle attività criminali.
Dinamica dell'arresto
L'arresto avvenne nella notte tra il 21 e il 22 novembre 1994. I colleghi poliziotti, dopo aver raccolto prove schiaccianti, fecero irruzione e lo bloccarono mentre era ancora in servizio. Nei giorni successivi, furono catturati anche gli altri membri della banda
L'arresto di Roberto Savi e dei suoi complici pose fine a sette anni di terrore, ma lasciò profonde ferite nella società. La banda aveva ucciso 23 persone e ferito oltre 100. Ancora oggi, il caso solleva interrogativi su eventuali complici esterni, possibili depistaggi e documenti scomparsi. Alcuni familiari delle vittime continuano a chiedere la riapertura delle indagini, mentre altre figure chiave della vicenda hanno ottenuto misure alternative alla detenzione.