17:28-06/07/25 VASTO (CH) – Un uomo di 40 anni, di origine magrebina, è stato trovato impiccato nella sua cella della Casa di Lavoro di Vasto nella mattinata di sabato 6 luglio. Il detenuto era stato da pochi giorni collocato presso l’Articolazione per la Tutela della Salute Mentale, a causa di disturbi psichici noti. Il personale penitenziario ha potuto solo constatarne il decesso.
La morte del detenuto rappresenta il 37° suicidio in carcere dall’inizio del 2025, a cui si sommano anche tre operatori penitenziari deceduti nello stesso periodo. Secondo la UILPA Polizia Penitenziaria, si tratta di una “strage infinita” aggravata da carenze strutturali, sottorganico cronico e assenza di presidi fissi nelle aree dedicate alla salute mentale.
La struttura ospita 103 persone tra detenuti e internati, ma dispone di soli 69 agenti su un fabbisogno minimo di 143, meno della metà. Il reparto psichiatrico, dove era ricoverato il detenuto, spesso rimane senza sorveglianza, e anche l’area educativa non garantisce una presenza continuativa durante la settimana.
Secondo il segretario generale della UILPA, Gennarino De Fazio, il caldo estremo di questi giorni potrebbe aver agito da detonatore su una situazione già critica. I turni del personale penitenziario possono arrivare fino a 26 ore consecutive, con un impatto devastante sul morale e sulla sicurezza.
La UILPA chiede interventi urgenti al ministro della Giustizia Carlo Nordio e al capo del DAP Stefano Carmine de Michele, per rafforzare gli organici, migliorare le condizioni di lavoro e garantire una tutela reale della salute mentale nelle carceri italiane.