14:00-17/06/25 L'inchiesta relativa all'agguato presso l'armeria di via Volturno continua a sollevare interrogativi di rilevanza giuridica, in particolare sulla presunta presenza di un terzo soggetto coinvolto nei fatti criminosi. Le sentenze hanno individuato come responsabili Roberto e Fabio Savi, tuttavia, le testimonianze oculari hanno descritto un individuo il cui identikit risulta significativamente diverso da quello di Fabio Savi. ( forse non troppo senza baffi e all'epoca..)
L'analisi delle prove materiali ha evidenziato la presenza di cinque impronte digitali repertate dalla polizia scientifica, appartenenti a un soggetto non identificato e distinto dai sei membri della Banda della Uno Bianca. Inoltre, la scomparsa di un bossolo e le discrepanze nei registri dell'armeria sollevano dubbi circa una possibile alterazione delle evidenze probatorie.
Un ulteriore elemento di interesse investigativo è rappresentato dal poligono di tiro clandestino, luogo in cui la banda si sarebbe esercitata con armi da fuoco. Le armi utilizzate nell'agguato potrebbero essere collegate alla strage del Pilastro, avvenuta pochi mesi prima, configurando un possibile disegno criminoso unitario.
L'inchiesta bis mira a chiarire la posizione del presunto terzo uomo, attraverso nuove analisi su DNA, impronte digitali e tracce ematiche. La riapertura del caso potrebbe determinare nuove responsabilità penali, con implicazioni rilevanti per la giustizia e la ricostruzione storica dei fatti.