13:55-20/07/25 La Procura di Roma ha chiesto il giudizio immediato per Mark Antony Samson, il 23enne accusato dell’omicidio volontario aggravato della sua ex fidanzata Ilaria Sula, 22 anni, studentessa universitaria originaria di Terni. Secondo gli inquirenti, gli elementi raccolti nel corso delle indagini sono sufficienti per procedere direttamente al dibattimento davanti alla Corte d’Assise, senza passare dall’udienza preliminare.
Il femminicidio è avvenuto il 26 marzo nell’appartamento di via Homs, nel quartiere Africano di Roma, dove Samson viveva con i genitori. Ilaria, che aveva deciso di dormire lì dopo una serata insieme, è stata uccisa con tre coltellate al collo. Il corpo è stato poi nascosto in una valigia e abbandonato in un dirupo a Capranica Prenestina, a circa 40 km dalla Capitale.
Dopo il delitto, Samson ha cercato di depistare le indagini, inviando messaggi dal cellulare di Ilaria fingendosi lei, anche al padre e alle amiche. Ha confessato il crimine solo dopo il ritrovamento del corpo, ma la sua versione è apparsa contraddittoria. Tra le prove più gravi, un messaggio inviato a un amico: “O torna con me o la uccido”.
Anche la madre di Samson, Nors Manlapaz, è indagata in un procedimento separato per concorso in occultamento di cadavere. Ha ammesso di aver aiutato il figlio a ripulire le tracce di sangue nella camera da letto.
A Samson vengono contestati:
Il padre di Ilaria, Flamur Sula, ha dichiarato: “Quelle persone hanno fatto troppo male alla mia famiglia. Mia figlia aveva una vita davanti. Confido nella giustizia italiana”. L’avvocato della famiglia, Giuseppe Sforza, ha parlato di un “passo importante verso una condanna proporzionata alla gravità del delitto”.Una vicenda che ha scosso profondamente l’opinione pubblica e che ora si avvia verso un processo che potrebbe diventare emblematico nella lotta contro la violenza di genere.