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Non si parla d'altro di conflitti, ma l'Italia entrerà in guerra nell'immediato futuro?

18:59-18/06/25  Al momento non ci sono indicazioni concrete che l’Italia entrerà in guerra nel prossimo futuro, ma il contesto internazionale è teso e in continua evoluzione.

Secondo recenti dichiarazioni del ministro della Difesa Guido Crosetto, l’Italia sta rafforzando la propria strategia di sicurezza per far fronte a minacce ibride e scenari imprevedibili. Crosetto ha affermato che “non esistono scenari bucolici” e che bisogna essere pronti a difendersi, citando come esempio i Paesi baltici e la Polonia, che si comportano come se un conflitto fosse imminente.Tuttavia, ha anche chiarito che l’obiettivo dell’Italia è evitare che la guerra arrivi sul proprio territorio, puntando su deterrenza, resilienza e cooperazione internazionale. 

Le forze armate italiane stanno quindi investendo in modernizzazione e preparazione, ma non ci sono segnali di un coinvolgimento diretto in un conflitto armato.

Cos’è una guerra ibrida?

La guerra ibrida è una forma di conflitto che combina strumenti convenzionali (come eserciti e armi) con strumenti non convenzionali, come:

  • Cyberattacchi
  • Disinformazione e propaganda
  • Influenze economiche e politiche
  • Sabotaggi e operazioni sotto falsa bandiera
  • Terrorismo e destabilizzazione sociale

L’obiettivo è colpire un Paese senza dichiarare guerra apertamente, sfruttando vulnerabilità interne per indebolirlo dall’interno.

La strategia italiana

Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha sottolineato che l’Italia si sta preparando a questi scenari con un approccio multidimensionale. Alcuni punti chiave:

  • Creazione di un centro nazionale per la guerra ibrida, in collaborazione con università e settore privato.
  • Investimenti in tecnologia e difesa cibernetica, con un budget di circa 28,5 miliardi di euro nel triennio 2024–2026.
  • Acquisto di nuovi caccia F-35 e rafforzamento delle capacità militari convenzionali.
  • Formazione e sensibilizzazione della popolazione e delle istituzioni per riconoscere e contrastare minacce ibride.

In sintesi, l’Italia non si prepara a una guerra tradizionale, ma a difendersi da attacchi invisibili e subdoli, che possono colpire economia, informazione, infrastrutture e fiducia pubblica.

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