15:02-26/06/25 Klaus Davi, nato a Biel (Svizzera) nel 1965, è una figura poliedrica del panorama mediatico italiano: giornalista, massmediologo, saggista, consulente d’immagine e attivista. Laureato in filosofia all’Università Statale di Milano, ha costruito una carriera che spazia dalla comunicazione politica alla televisione, fino alle inchieste sulla criminalità organizzata, in particolare la ’ndrangheta.
Davi è noto per il suo stile diretto e provocatorio. Ha fondato l’agenzia “Klaus Davi & Co.” e ha collaborato con testate come Il Foglio, Panorama, La Stampa, TG3 e AD Architectural Digest. È spesso ospite in talk show televisivi e ha creato il canale YouTube “KlausCondicio”, dove pubblica interviste e inchieste scomode.
Nel giugno 2025 ha fatto coming out durante un’intervista a La Zanzara, dichiarando: “Sono gay ma solo attivo”, aggiungendo che molti boss della ’ndrangheta da lui intervistati sarebbero bisessuali. Ha definito la criminalità calabrese una struttura “fallocratica”, sostenendo che la lunga detenzione favorisca dinamiche sessuali complesse.Queste affermazioni hanno suscitato un acceso dibattito, sia per la franchezza con cui ha parlato della propria sessualità, sia per l’inedito spaccato sociologico offerto sul mondo criminale. Davi ha affermato che tali aspetti emergerebbero anche dalle intercettazioni giudiziarie.
Il 24 giugno 2025, la Corte d’Appello di Milano ha confermato una condanna per diffamazione nei suoi confronti, legata a un video pubblicato sul suo canale YouTube in cui accusava un uomo di essere il basista di un gruppo criminale, senza prove sufficienti.
Davi è anche un convinto sostenitore di Israele e dei diritti LGBT+ nel mondo. È stato inserito in una controversa “lista di agenti del sionismo” pubblicata da esponenti del nuovo Partito Comunista Italiano, a cui ha risposto con orgoglio, rivendicando il suo impegno per il dialogo e l’inclusione.