18:35-20/07/25 Una tragedia ha colpito la comunità di Pignataro Interamna, dove Sofja Rossi, 31 anni, è deceduta nella notte tra il 18 e il 19 luglio, pochi giorni dopo essere stata dimessa dal Pronto Soccorso dell’ospedale Santa Scolastica di Cassino con una diagnosi di “sospetta cervicalgia”.
La sera del 14 luglio, Sofja aveva accusato forti dolori al collo e alla schiena. Soccorsa dal 118, era stata trasportata in ambulanza al pronto soccorso, dove è stata sottoposta a esami clinici, tra cui un elettrocardiogramma. I medici non avrebbero riscontrato anomalie e l’hanno dimessa in stato stabile, attribuendo i sintomi a un semplice torcicollo.
Nei giorni successivi, il dolore è aumentato progressivamente, irradiandosi su tutta la schiena. Nella notte del 18 luglio, Sofja ha avuto un nuovo malore. Il 118 è intervenuto nuovamente, ma al loro arrivo la giovane era già deceduta.
La Procura di Cassino ha aperto un fascicolo per omicidio colposo e disposto il sequestro della salma. L’autopsia, prevista per il 21 luglio, sarà decisiva per chiarire le cause del decesso e verificare se vi siano stati errori diagnostici o ritardi nel primo accesso ospedaliero.
Sofja, originaria di Cesena e residente da anni nel Lazio, gestiva un’impresa agricola con il marito. Era molto conosciuta e stimata nella comunità locale. La notizia ha suscitato sconcerto e dolore tra amici e conoscenti.
L’Azienda Sanitaria di Frosinone ha espresso cordoglio e annunciato l’avvio di un audit interno per verificare il rispetto delle procedure e dei percorsi diagnostico-assistenziali. Ha invitato a evitare “ricostruzioni sommarie” in attesa delle verifiche ufficiali.
Una vicenda che solleva interrogativi sulla gestione dei sintomi atipici nei pronto soccorso e sulla responsabilità clinica in casi di diagnosi apparentemente banali.