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Il rischio di una corruzione “a norma di legge”

16:30-19/07/25 Negli ultimi anni, il panorama della corruzione in Italia ha subito una trasformazione profonda e inquietante. Come sottolinea il politologo Alberto Vannucci, il baricentro del potere si è spostato: dal pubblico al privato, dalle stanze dei partiti alle sale riunioni delle imprese e dei fondi immobiliari. 

Le grandi inchieste dal Mose a Mafia Capitale, fino all’Expo e ora al caso Salva Milano raccontano una storia di sottrazione del controllo pubblico e di saccheggio del territorio urbano.



🏗️ Il caso Salva Milano: una legge per sbloccare o per coprire?

Il disegno di legge noto come “Salva Milano”, nato per sbloccare circa 150 cantieri edilizi fermi a causa di irregolarità urbanistiche, si è rivelato secondo la Procura un tentativo di legittimare retroattivamente abusi edilizi e proteggere interessi privati. Il testo prevedeva:

  • Superamento dei limiti di volume e altezza per nuove costruzioni.
  • Eliminazione dell’obbligo di piani attuativi per interventi in aree già urbanizzate.
  • Applicazione retroattiva su scala nazionale.

Un provvedimento che, se approvato, avrebbe rischiato di legalizzare la corruzione, trasformando atti formalmente legittimi in strumenti di speculazione edilizia. Bologna sarà per alcuni, la prossima, stanno enfatizzando le vendite a Bologna distorgono la percezione ricchezza povertà, corruzione soldi facili.


🕵️‍♂️ Le indagini: una rete occulta tra istituzioni e privati

La Procura di Milano ha svelato un sistema corruttivo tuttora in corso, fondato su:

  • Professionisti pubblici e privati che agivano in conflitto d’interessi.
  • Pressioni politiche per approvare norme favorevoli agli investitori.
  • Consulenze e incarichi privati offerti a membri delle commissioni urbanistiche.

Tra gli indagati figurano funzionari comunali, architetti di fama, manager immobiliari e persino il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, accusato di aver favorito nomine e progetti in presenza di conflitti di interesse noti.


🏙️ La città come merce, non come bene comune

Il vero dramma non è solo giudiziario, ma culturale e politico. Le città rischiano di diventare spazi privatizzati, dove le decisioni urbanistiche sono dettate da logiche di profitto e non da visioni collettive. Come ha denunciato un gruppo di 140 urbanisti e giuristi, il Salva Milano avrebbe tolto ai consigli comunali il potere di controllo e privato i cittadini del diritto alla città.


⚖️ Una corruzione più sofisticata, ma non meno pericolosa

Oggi la corruzione non si presenta più con la classica “mazzetta”, ma con forme di retribuzione differita, favori incrociati, scambi di incarichi. È una corruzione che si mimetizza nelle pieghe della legge, che si nutre di ambiguità normative e che sfugge alle maglie della giustizia.


📣 Conclusione: serve una nuova etica urbana

Il caso Salva Milano è un campanello d’allarme. Serve una riforma profonda dell’urbanistica, una trasparenza radicale nei processi decisionali, e soprattutto una politica che torni a guidare, non a subire. Perché una città non è solo cemento e volumi: è comunità, memoria, futuro.

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