Ecco un articolo approfondito sulla sentenza d’appello relativa al crac di Banca Marche:
18:07 Ancona, 30 giugno 2025 – Dopo anni di indagini, processi e attese, si chiude con un verdetto clamoroso il secondo grado di giudizio sul crac di Banca Marche, uno dei più gravi dissesti bancari italiani degli ultimi decenni. La Corte d’Appello di Ancona, presieduta dalla giudice Antonella Di Carlo, ha assolto tutti gli imputati con formula piena, ribaltando le condanne inflitte in primo grado per bancarotta fraudolenta e altri reati connessi alla gestione dell’istituto di credito e della controllata Medioleasing.
Nel processo di primo grado, conclusosi nel 2021, erano state emesse sei condanne e sei assoluzioni. Le pene inflitte andavano da 4 anni e mezzo a 10 anni e mezzo di reclusione, con l’accusa di aver contribuito al dissesto dell’istituto attraverso concessioni di credito ritenute opache, operazioni rischiose e presunte irregolarità nella gestione patrimoniale.Tra i condannati figuravano nomi di spicco della banca, tra cui:
Oggi, la Corte d’Appello ha assolto tutti, con motivazioni che spaziano da “il fatto non sussiste” a “non aver commesso il fatto” e “il fatto non costituisce reato”.
Le motivazioni dettagliate della sentenza saranno depositate entro 90 giorni, ma già il dispositivo letto in aula ha suscitato reazioni forti e contrastanti. Gli avvocati difensori hanno parlato di “giustizia finalmente ristabilita”, sottolineando come il collegio giudicante abbia “esaminato con attenzione le carte” e restituito “l’onore a persone ingiustamente accusate”.L’avvocato Renato Borzone, difensore di Bianconi, ha dichiarato: “La sentenza di primo grado era stata clamorosamente ingiusta. Finalmente abbiamo trovato un collegio che ha guardato i fatti con obiettività”.
Il crac di Banca Marche, dichiarato nel 2016, ha avuto conseguenze devastanti per migliaia di risparmiatori, obbligazionisti e azionisti, molti dei quali hanno perso i risparmi di una vita. L’istituto, fondato nel 1994 dalla fusione di tre casse di risparmio marchigiane, era stato commissariato nel 2013 e successivamente inglobato in UBI Banca nel 2017, dopo un’operazione di salvataggio sostenuta dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi.Il processo penale era stato visto da molti come l’occasione per fare chiarezza sulle responsabilità del dissesto e per offrire una forma di giustizia ai danneggiati. Tuttavia, con l’assoluzione di tutti gli imputati, nessuno sarà ritenuto penalmente responsabile per il fallimento dell’istituto.
La sentenza d’appello non chiude però tutte le partite. Restano aperte le cause civili intentate da associazioni di consumatori e singoli risparmiatori per ottenere risarcimenti. Alcuni di questi hanno già ricevuto indennizzi parziali attraverso il Fondo Indennizzo Risparmiatori (FIR), ma molti altri attendono ancora risposte.Inoltre, la sentenza potrebbe avere ripercussioni politiche e istituzionali, riaccendendo il dibattito sulla vigilanza bancaria, sul ruolo della Banca d’Italia e della Consob, e sulla necessità di riforme strutturali per prevenire nuovi dissesti.
Per le Marche e per l’intero sistema bancario italiano, il crac di Banca Marche resta una ferita aperta. La sentenza d’appello chiude un capitolo giudiziario, ma lascia aperti molti interrogativi: chi ha sbagliato? Chi pagherà per i danni subiti dai cittadini? E soprattutto, come evitare che simili tragedie economiche si ripetano?