13:25-16/06/25 La sanità italiana è in una crisi profonda, e i segnali di allarme si moltiplicano. Il Servizio Sanitario Nazionale (SSN), un tempo considerato un modello di eccellenza, oggi mostra crepe sempre più evidenti.
Uno dei problemi più gravi è rappresentato dalle liste d’attesa, che costringono milioni di italiani a rinunciare alle cure. Nel 2024, 5,8 milioni di persone hanno dovuto rinunciare a visite o esami, di cui 4 milioni a causa dei tempi troppo lunghi. Questo fenomeno sta alimentando la cosiddetta migrazione sanitaria, con pazienti costretti a spostarsi da una regione all’altra per ottenere prestazioni in tempi accettabili.
La situazione del personale sanitario è altrettanto drammatica. Mancano 11.000 medici e 100.000 posti letto negli ospedali. Negli ultimi dieci anni, sono stati chiusi 95 ospedali, riducendo ulteriormente la capacità di assistenza. A questo si aggiunge la fuga dei medici, sempre più attratti da condizioni di lavoro migliori all’estero. Entro il 2025, andranno in pensione 29.000 medici e 21.000 infermieri, senza un adeguato ricambio generazionale.
Il SSN soffre di un definanziamento cronico, con tagli continui alla spesa sanitaria. L’Italia registra un divario della spesa sanitaria pubblica pro capite di 889 euro rispetto alla media dei Paesi OCSE, con un gap complessivo che sfiora i 52,4 miliardi di euro. Questo ha portato a una crescente frattura Nord-Sud, con il Mezzogiorno sempre più penalizzato in termini di accesso alle cure.
I pronto soccorso sono al collasso, con tempi di attesa che possono superare le 12 ore per un codice verde. La carenza di medici specializzati in emergenza-urgenza ha reso impossibile garantire un servizio efficiente. Con l’estate in arrivo, si teme una crisi ancora più grave, con ospedali incapaci di gestire l’afflusso di pazienti.
Di fronte al disastro del pubblico, sempre più italiani si rivolgono alla sanità privata, pagando di tasca propria per visite ed esami. Questo sta creando una sanità a due velocità, dove chi può permetterselo ottiene cure rapide, mentre chi non ha risorse economiche è costretto ad aspettare mesi o a rinunciare del tutto.
Il SSN è vicino al punto di non ritorno. Senza interventi strutturali e investimenti adeguati, il diritto alla salute rischia di diventare un privilegio per pochi. La sanità pubblica, nata per garantire universalismo, equità e uguaglianza, sta lentamente sgretolandosi, tradendo i principi su cui è stata fondata.