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Chirurgo insulta ed alza le mani all'assistente durante l'operazione

18:36-21/06/25 Il caso che ha coinvolto l’Ospedale Maggiore di Bologna il 13 dicembre 2024 ha sollevato forti preoccupazioni sul tema della sicurezza del personale sanitario e della gestione dei pazienti in situazioni critiche. Non si è trattato, come inizialmente ipotizzato, di un chirurgo che aggredisce un assistente durante un’operazione, ma di un episodio comunque grave: un paziente di 38 anni, senza fissa dimora, ha insultato una dottoressa e aggredito fisicamente due guardie giurate intervenute in sua difesa.


🏥 La dinamica dell’aggressione

Il paziente era ricoverato presso il reparto di Medicina d’Urgenza e Osservazione Breve. Quando gli è stata comunicata la decisione di procedere con le dimissioni, ha reagito con violenza verbale, insultando la dottoressa responsabile. Ha poi iniziato a sputare per terra e a urlare, rifiutandosi di lasciare il letto d’ospedale.A quel punto sono intervenute due guardie giurate, che hanno cercato di calmare l’uomo e di proteggere la dottoressa. Ma il paziente ha reagito con calci e pugni, ferendole. Entrambe sono state medicate: una ha ricevuto una prognosi di 3 giorni, l’altra di 10 giorni.


👮‍♂️ L’intervento delle forze dell’ordine

I Carabinieri del Nucleo Radiomobile di Bologna sono intervenuti su richiesta del personale sanitario. Hanno trovato le guardie giurate ancora impegnate a contenere l’aggressore. L’uomo è stato arrestato per resistenza a pubblico ufficiale e lesioni personali, e la Procura della Repubblica ha disposto il giudizio direttissimo.


⚖️ Il contesto più ampio

Questo episodio si inserisce in un quadro preoccupante: secondo i dati dell’Osservatorio Nazionale sulla Sicurezza degli Esercenti le Professioni Sanitarie, ogni anno si registrano oltre 1.200 aggressioni ai danni di medici, infermieri e operatori sanitari in Italia. Le strutture di Pronto Soccorso e i reparti psichiatrici sono tra i più esposti.


🧠 Riflessioni e misure possibili

L’episodio di Bologna riaccende il dibattito su:

  • La necessità di formazione specifica per il personale nella gestione di pazienti aggressivi
  • L’importanza di presidi di sicurezza adeguati, anche nei reparti non psichiatrici
  • Il bisogno di tutele legali più efficaci per chi lavora in prima linea nella sanità
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