13:32-18/06/25 Il caso del 14enne multato per aver usato un’altalena al parco Pertini di Miramare, a Rimini, ha sollevato un acceso dibattito pubblico su regole, buon senso e diritto al gioco.
Il 28 marzo 2025, durante un controllo di routine della Polizia Locale presso il parco Pertini, due agenti hanno notato un ragazzo di 14 anni utilizzare un’altalena riservata — secondo il regolamento comunale — ai bambini sotto i 12 anni. Secondo il verbale, il ragazzo avrebbe fatto roteare l’altalena oltre l’asse orizzontale e poi si sarebbe seduto, dondolandosi con forza. Gli agenti hanno ritenuto il comportamento pericoloso per i bambini più piccoli presenti nell’area.
Alla richiesta di interrompere l’uso dell’altalena, la madre del ragazzo è intervenuta, dichiarando che se l’attrezzatura si fosse danneggiata, l’avrebbe ripagata. Secondo la sua versione, il figlio non stava facendo nulla di male e non era stata informata del limite d’età. Ha inoltre denunciato un atteggiamento ostile da parte degli agenti, che le avrebbero chiesto i documenti sottolineando la sua origine straniera.
La multa di 64 euro (50 euro di sanzione più 14 euro di spese) è stata notificata alla madre solo a distanza di oltre due mesi, nel giugno 2025. A quel punto, la donna ha reso pubblica la vicenda, definendola “un’ingiustizia” e annunciando l’intenzione di parlare con il comandante della Polizia Locale prima di decidere se pagare o fare ricorso.
Il regolamento del Comune di Rimini prevede che le attrezzature ludiche nei parchi siano riservate ai bambini fino a 12 anni. Tuttavia, l’applicazione rigida di questa norma ha sollevato interrogativi sull’adeguatezza degli spazi pubblici per adolescenti e sull’opportunità di sanzionare comportamenti che, pur non conformi al regolamento, non hanno causato danni concreti.
Questo episodio ha assunto un valore simbolico più ampio: da un lato, la necessità di garantire la sicurezza nei parchi pubblici; dall’altro, il rischio di un’applicazione eccessivamente burocratica delle regole, che può trasformare un momento di gioco in un caso di cronaca.