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đź”´Il caso di Sofia Stefani: dalla relazione tormentata all'omicidio

14:27-04/06/25  Il tragico omicidio di Sofia Stefani, ex vigilessa di Sala Bolognese, ha scosso profondamente la comunitĂ  di Anzola dell’Emilia e l’intero Paese. La donna è stata uccisa il 16 maggio 2024 da un colpo di pistola partito dall’arma di ordinanza di Giampiero Gualandi, ex comandante della polizia locale, con cui aveva una relazione extraconiugale.

La relazione tra Sofia Stefani e Giampiero Gualandi

Tra gennaio 2023 e maggio 2024, i due hanno scambiato 16.850 messaggi su piattaforme come WhatsApp, Viber e Signal. Le conversazioni mostrano una relazione altalenante, caratterizzata da momenti di tranquillitĂ  seguiti da forti tensioni. Alcuni messaggi di Gualandi rivelano il suo stato emotivo:

  • “Mi disequilibri, finirò per crollare, non reggerò la tensione”.
  • “Sono davvero esausto, sono esaurito, non ho piĂą energie per sopportare”.
  • “Aiutami, non reggerò piĂą se andiamo avanti così”.

Secondo il maresciallo maggiore Matteo Filippone, del nucleo investigativo dei carabinieri di Bologna, le chat evidenziano una continua alternanza di pressioni emotive e richieste di distanziamento.

La dinamica dell’omicidio

Il 16 maggio 2024, Sofia Stefani è stata uccisa da un colpo di pistola che l'ha raggiunta poco sotto lo zigomo, all’interno dell’ufficio di Gualandi. L’ex comandante sostiene che il colpo sia partito accidentalmente durante una colluttazione, mentre la Procura di Bologna ritiene che si tratti di omicidio volontario, aggravato dal legame affettivo con la vittima e dai futili motivi.

Le prove e le testimonianze

Durante il processo, il medico legale ha confermato che non ci sono tracce di DNA della vittima sull’arma, mettendo in dubbio la versione della colluttazione fornita da Gualandi. Inoltre, il maresciallo Filippone ha evidenziato che la relazione tra i due non si era mai interrotta, contrariamente a quanto dichiarato dall’imputato.Un altro elemento chiave è la testimonianza del fidanzato ufficiale di Sofia, che ha raccontato in aula che la donna tornava spesso a casa con lividi e dolori alle costole.

Il passato giudiziario di Gualandi

Gualandi era già stato coinvolto in vicende giudiziarie prima dell’omicidio. Nel 2015, fu denunciato per diffamazione aggravata nei confronti del sindaco di Anzola, Giampiero Veronesi, utilizzando profili falsi su Facebook. Successivamente, fu rinviato a giudizio per abuso d’ufficio, per aver favorito una società nella gestione informatica dei verbali.

Prossimi sviluppi

Il processo è ancora in corso, con nuove testimonianze attese nei prossimi giorni. Se condannato, Gualandi rischia una pena severa.

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