19:10-24/06/25 Il caso della morte di Ramy Elgaml, il 19enne deceduto durante un inseguimento a Milano il 24 novembre 2024, si articola in due filoni giudiziari distinti, entrambi delicati e ancora in evoluzione.
Il 26 giugno 2025 inizierà il processo con rito abbreviato a carico di Fares Bouzidi, l’amico che guidava lo scooter su cui viaggiava Ramy. È accusato di:
Secondo la ricostruzione della Procura, Bouzidi guidava senza patente, sotto effetto di sostanze stupefacenti, e avrebbe ignorato l’alt dei carabinieri, dando il via a un inseguimento di circa otto chilometri a velocità elevata, con manovre pericolose e sorpassi contromano.
I sei carabinieri coinvolti nell’inseguimento — a bordo di tre pattuglie — sono stati riconosciuti come persone offese e intendono costituirsi parte civile nel processo contro Bouzidi.Tuttavia, due militari sono indagati per depistaggio, frode processuale e favoreggiamento: avrebbero chiesto a un testimone di cancellare un video girato subito dopo l’incidente, che poteva contenere elementi utili alla ricostruzione.
Una consulenza cinematica di 164 pagine, redatta dall’ingegnere Domenico Romaniello, ha ritenuto corretto il comportamento del carabiniere alla guida dell’ultima vettura. Secondo il perito, lo scooter avrebbe sbandato improvvisamente, rendendo inevitabile l’impatto con la “gazzella” dell’Arma. La responsabilità dell’incidente, secondo questa analisi, ricadrebbe interamente su Bouzidi.
Il caso resta aperto su più fronti: da un lato il processo per resistenza e omicidio stradale, dall’altro le indagini per presunti tentativi di insabbiamento.