MILANO, caso Ramy Elgaml:
17:50:04/07/25 chiuse le indagini, contestato omicidio stradale a carabiniere e amico
Il 19enne Ramy Elgaml è morto nella notte tra il 23 e il 24 novembre 2024 in seguito a un inseguimento con i carabinieri per le vie di Milano.
Era a bordo di uno scooter guidato dall’amico Fares Bouzidi, quando il mezzo è finito contro un palo semaforico all’incrocio tra via Ripamonti e via Quaranta.
Le indagini si sono concluse a luglio 2025, con contestazione di omicidio stradale sia per Bouzidi che per il carabiniere alla guida della gazzella.
📁 DOSSIER GIUDIZIARIO — Morte di Ramy Elgaml (Milano, 24 novembre 2024)
Stato: indagini chiuse, in attesa di decisione sul rinvio a giudizio
Indagato | Accusa principale | Aggravanti contestate |
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Fares Bouzidi (amico, conducente scooter) | Omicidio stradale | Guida senza patente, sotto effetto di stupefacenti, manovre pericolose, fuga all’alt |
Carabiniere alla guida della gazzella | Omicidio stradale | Distanza inidonea, durata eccessiva dell’inseguimento, urto con lo scooter |
Data | Evento |
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24 nov 2024 | Morte di Ramy Elgaml durante inseguimento |
26 giu 2025 | Condanna di Bouzidi a 2 anni e 8 mesi per resistenza |
3 lug 2025 | Chiusura indagini per omicidio stradale |
4 lug 2025 | Contestazione ufficiale al carabiniere e a Bouzidi |
Prossimi 20 giorni | Termine per memorie difensive e interrogatori |
19:10-24/06/25 Il caso della morte di Ramy Elgaml, il 19enne deceduto durante un inseguimento a Milano il 24 novembre 2024, si articola in due filoni giudiziari distinti, entrambi delicati e ancora in evoluzione.
Il 26 giugno 2025 inizierà il processo con rito abbreviato a carico di Fares Bouzidi, l’amico che guidava lo scooter su cui viaggiava Ramy. È accusato di:
Secondo la ricostruzione della Procura, Bouzidi guidava senza patente, sotto effetto di sostanze stupefacenti, e avrebbe ignorato l’alt dei carabinieri, dando il via a un inseguimento di circa otto chilometri a velocità elevata, con manovre pericolose e sorpassi contromano.
I sei carabinieri coinvolti nell’inseguimento — a bordo di tre pattuglie — sono stati riconosciuti come persone offese e intendono costituirsi parte civile nel processo contro Bouzidi.Tuttavia, due militari sono indagati per depistaggio, frode processuale e favoreggiamento: avrebbero chiesto a un testimone di cancellare un video girato subito dopo l’incidente, che poteva contenere elementi utili alla ricostruzione.
Una consulenza cinematica di 164 pagine, redatta dall’ingegnere Domenico Romaniello, ha ritenuto corretto il comportamento del carabiniere alla guida dell’ultima vettura. Secondo il perito, lo scooter avrebbe sbandato improvvisamente, rendendo inevitabile l’impatto con la “gazzella” dell’Arma. La responsabilità dell’incidente, secondo questa analisi, ricadrebbe interamente su Bouzidi.
Il caso resta aperto su più fronti: da un lato il processo per resistenza e omicidio stradale, dall’altro le indagini per presunti tentativi di insabbiamento.