17:22 - 22/07/25 Michele Noschese, conosciuto nel mondo della musica elettronica come Godzi, non era solo un dj, era un narratore di emozioni, un artigiano del suono capace di trasformare ogni traccia in un viaggio.
Nato a Napoli e cresciuto in una famiglia dove la dedizione e la cura erano valori profondi, figlio di un noto chirurgo partenopeo, Michele ha scelto una strada diversa, ma altrettanto intensa, quella della creazione artistica.
Prima di diventare un dj, Michele aveva inseguito il sogno del calcio, arrivando a giocare in Serie C1 con la Cavese. Ma dopo una serie di infortuni, tra cui la rottura del crociato nel 2016, ha deciso di seguire la sua vera vocazione: la musica. Nel 2011 acquistò la sua prima consolle, e da lì iniziò un percorso che lo avrebbe portato a esibirsi in città come Parigi, Londra, Barcellona e New York, fino a stabilirsi a Ibiza, la sua “isola fatata”.
Michele descriveva Ibiza come un luogo di energia vitale, dove si può fare tutto: dal trekking agli sport acquatici, ma soprattutto musica. Qui ha frequentato l’Ibiza Talents Academy, diplomandosi in produzione musicale, e ha pubblicato il suo primo EP, Wait a Minute, con l’etichetta Agape Muzik. Il suo stile spaziava tra tech-house e deep techno, con sonorità raffinate e pulsazioni emotive.
Chi lo conosceva lo descrive come una persona riservata, generosa, profondamente sensibile. “La musica è una maniera affascinante per esprimere le proprie emozioni”, diceva. E lui lo faceva con grazia, senza clamore, ma con una presenza magnetica che conquistava chiunque lo ascoltasse.
La sua scomparsa improvvisa ha lasciato un vuoto nella scena musicale underground e tra chi lo amava come artista e come uomo. Ma la sua eredità sonora resta: nei suoi EP, nei suoi set, nei ricordi di chi ha ballato sotto le sue frequenze. Michele Noschese non è solo un nome da ricordare, è un battito che continua a vibrare.