16:02 - 01 Agosto 2025-Gemona del Friuli (UD) In data 1 agosto, presso la Procura della Repubblica di Udine, è stato formalizzato l’interrogatorio di Lorena Venier, 61 anni, indagata per il delitto del figlio trentacinquenne Alessandro Venier, avvenuto tra il 24 e il 25 luglio nell’abitazione familiare situata in località Taboga.La donna ha reso confessione piena, assumendo la responsabilità dell’omicidio e illustrando con precisione le modalità esecutive, il movente familiare e la condizione relazionale che ha determinato il tragico epilogo. La Procura ha disposto per la stessa la custodia cautelare in carcere, mentre la compagna della vittima, Marylin Castro Monsalvo, risulta altresì sottoposta a misura restrittiva in attesa di chiarimenti sulla sua posizione.
Sulla base degli elementi acquisiti, i fatti sono qualificabili ai sensi degli articoli:
L’indagata è imputata in via provvisoria, in attesa della convalida da parte del GIP e dell’eventuale udienza preliminare.
Durante l’interrogatorio del 1 agosto, durato circa sei ore e verbalizzato in forma integrale, Lorena Venier ha dichiarato:
“Sono stata io. Ho fatto tutto, e non ho scuse.”
La deposizione, rilasciata alla presenza del Sostituto Procuratore, del difensore Giovanni De Nardo, di funzionari di PG e assistente verbalizzante, ha riguardato:
La motivazione addotta è stata di esasperazione relazionale, fragilità familiare e presenza di condizioni psicologiche critiche, in particolare riferite a Marylin Castro Monsalvo, descritta come figura affetta da depressione post-partum.
Le relazioni all’interno della casa erano fortemente deteriorate. L’indagata ha evidenziato una situazione di convivenza insostenibile, con dinamiche aggressive, abuso di alcol, e litigi frequenti. La compagna del figlio veniva percepita come “una figlia acquisita”, ma l’equilibrio emotivo dell’intero nucleo risultava compromesso.La Procura ha disposto una perizia psichiatrica su Lorena Venier, finalizzata a stabilire la capacità di intendere e volere al momento del fatto. Analoga valutazione sarà verosimilmente richiesta per Marylin Monsalvo.
La bambina di sei mesi, figlia della vittima e di Marylin, è stata temporaneamente affidata ai servizi sociali. Il Tribunale per i Minorenni di Trieste ha attivato la procedura d’urgenza per tutela minorile, disponendo la sorveglianza psicologica e una valutazione parentale della madre.
L’Autorità Giudiziaria ha incaricato i RIS e la Sezione Scientifica di eseguire:
Il legale della donna, Avv. De Nardo, ha dichiarato:
“La signora ha riconosciuto la natura gravissima del suo gesto e ha collaborato spontaneamente con l’autorità.”
Il Sindaco di Gemona ha espresso pubblicamente il proprio sgomento, promettendo supporto psicologico ai cittadini e alla famiglia estesa.
I prossimi atti includono:
Il procedimento sarà seguito dal Sostituto Procuratore titolare, con previsione di formulazione del capo d’imputazione definitivo entro sessanta giorni.
Il caso di Gemona configura una vicenda penale di massima gravità, che mette in luce la necessità di monitoraggio dei conflitti familiari, interventi precoci in ambito psicologico e coordinamento tra giustizia penale e tutela sociale.
Un delitto consumato all’interno di mura domestiche, dove la sofferenza relazionale si è trasformata in irreparabile violenza.