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Liliana Resinovich, perizia della difesa del fratello: "Vertebra era già rotta.

denunciamo il tecnico di laboratorio"

Il legale del fratello della vittima porta una nuova perizia che smentisce il preparatore anatomico che si era attribuito un "errore" durante la preparazione del cadavere: "Un bluff"

Il caso di Liliana Resinovich continua a essere al centro di un acceso dibattito. Un tecnico anatomopatologo ha recentemente dichiarato di essere responsabile della frattura vertebrale riscontrata durante la seconda autopsia, ma la famiglia della vittima ha respinto questa versione, definendolo un "fantoccio pericoloso".Secondo la consulenza dell'antropologa forense Cristina Cattaneo, Liliana sarebbe stata uccisa per soffocamento esterno, probabilmente tramite compressione al collo, escludendo l'ipotesi del suicidio. La frattura vertebrale, pur non direttamente legata alla causa della morte, è diventata un elemento di scontro tra la famiglia e la difesa del marito, Sebastiano Visintin, unico indagato per omicidio volontario.La famiglia sostiene che Liliana sia stata picchiata prima di morire, mentre la difesa del marito suggerisce che la frattura possa essere stata causata durante il recupero del corpo o l'autopsia. Inoltre, il tecnico che si è autoaccusato è stato querelato per falso, con l'accusa di aver messo in atto un bluff.Un caso complesso, con molte incongruenze e colpi di scena

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