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Evaso suicida a Milano, il permesso di lavoro al vaglio del ministero.

Il caso di Emanuele De Maria ha scosso profondamente Milano. L'uomo, detenuto nel carcere di Bollate per un omicidio commesso nel 2016, aveva ottenuto il permesso di lavorare all'esterno, ma negli ultimi giorni è stato coinvolto in una serie di eventi tragici. Sabato mattina ha accoltellato un collega fuori dall'Hotel Berna, dove lavorava, e si sospetta che abbia ucciso anche un'altra dipendente dell'albergo, il cui corpo è stato ritrovato nel Parco Nord.Domenica, dopo essere stato ricercato per questi crimini, De Maria si è tolto la vita lanciandosi dalle terrazze del Duomo di Milano. Secondo la procura, il duplice omicidio sarebbe stato premeditato, e il magistrato ha disposto l'autopsia per verificare se l'uomo avesse assunto sostanze stupefacenti prima di compiere questi atti.Il suo avvocato, Daniele Tropea, ha dichiarato che De Maria aveva mostrato un comportamento impeccabile in carcere e che il permesso di lavoro era stato concesso sulla base di un percorso di reintegrazione positivo. Tuttavia, la vicenda ha sollevato interrogativi sulla valutazione dei permessi concessi ai detenuti, con alcune critiche rivolte alla magistratura.Un caso complesso e drammatico, che ha lasciato molte domande aperte. Vuoi approfondire qualche aspetto in particolare?

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